Mi lascia perplessa per molti aspetti questa Farina Intera, dell’Azienda Varvello, nonostante il nobile partners della Facoltà di Scienze Gastronomiche che grazie ad un brevetto segreto della esclusiva Lavorazione Fedele, non è dato di sapere nulla fino alla scadenza del brevetto, tra 5 anni, e si presenta come una innovazione imperdibile. Quali indicazioni trovo nella confezione di farina e quali sono le caratteristiche menzionate? In bella vista che è l’unica farina bianca che conserva le parti nobili del chicco. E qui già avrei qualcosa da dire: sono anni che lottiamo per far capire che il colore bianco non è indice di purezza, come l’arancione dei coloranti del succo di arancia non sono cosi salutari e qualcosa avevamo conquistato col tempo, ma ecco che torniamo a riattirare l’attenzione su una farina che dovrebbe contenere molte fibre ma non viene intaccata nell’aspetto e nel colore candido. Cosa ha di male il colore naturale di una farina di tipo 2 se è il suo vero colore non artefatto dall’industria? Ancora una volta si richiama il consumatore all’aspetto che l’industria vuole imporre: Bianco meglio del marroncino integrale macinato a pietra.
La farina ha un buon contenuto di Arabinoxilani e il contenuto di fibre totale è di 5,7 g di cui 3,8 di Arabinoxilani- e si definisce rispettosa delle Linee guida per una corretta alimentazione della Fondazione Veronesi, come citato nella confezione. Questo dovrebbe abbassare l’indice glicemico e su questo aspetto nel depliant allegato è riportato il risultato di uno uno studio° svolto presso Dipartimento di Medicina interna del Fondazione IRRCS Policlinico S. Matteo di Pavia, mirato a valutare il picco glicemico post prandiale in un gruppo di volontari che utilizzava pane con questa farina, che è risultato essere significativamente più basso del gruppo di controllo che usava farina 00 . Farina 00?E qui mi sorge un grande dubbio: se la Farina INTERA Varvello è di tipo 0 perchè confrontare l’indice glicemico con una farina 00: direi che è ovvio trovare che chi mangia pane di tipo 0 abbia un IG postprandiale minore di chi usa la 00, ma a con quasiasi farina che non abbia brevetto E qui lo studio pre me ha una falla grossa.
Guardando la scheda delle farine pubblicizzate come l’ITEGRALBIANCO, (ma io l’integrale lo vorrei cosi com’è col colore naturale), tutte sono caratterizzate da un medio alto contenuto di glutine, fattore importante da considerare per tutte le patologie oggi connesse a questa componente, la più diffusa è la gluten sensitivity
Ancora più grave io non trovo informazioni sulla filiera dei grani e che tipo di grani sono stati utilizzati, fattore per me molto importante proprio per tutta la questione che si sta sollevando riguardo della qualità di quelli che importiamo dall’estero e dall’Est Europa.
La modalità di produzione ( biologica o non) e la tipologia del grano sono fondamentali per la salute : uno studio°° che mi convince di più pubblicato dal Prof. Benedettelli e il dott. Sofi sul grano Verna, antica varietà toscana cresciuta in metodo biologico, che vanta una buona componente di fibre ma anche di polifenoli, biocomposti ad elevato potere anti-infiammatorio, ha dimostrato che che la sostituzione di pane comune con un pane integrale fatto con questa varietà antica, migliorava tutti i parametri reologici, lipidi e dei markers infiammatori.
Riassumendo? Questo prodotto non mi convince del tutto
°Effects of a Bioavailable Arabinoxylan-enriched White Bread Flour on Postprandial Glucose Response in Normoglycemic Subjects. Giulia Falchi A1, Grecchi I1, Muggia C1, Palladini G1, Perlini S1J Diet Suppl. 2016 Nov;13(6):626-33
°°Effects of short-term consumption of bread obtained by an old Italian grain variety on lipid, inflammatory, and hemorheological variables: an intervention study. Sofi F, Ghiselli L, Cesari F, Gori AM, Mannini L, Casini A, Vazzana C, Vecchio V, Gensini GF, Abbate R,Benedettelli S. J Med Food. 2010 Jun;13(3):615-20
Salve, vorrei gentilmente sapere di più su questa farina poichè sono intollerante al grano e vorrei prepararmi il pane a casa per vedere se lo tollero.
Buongiorno, questa farina è prodotta dal grano, per cui se lei è intollerante non è indicata.
Bisognerebbe capire come sia stata accertata la sua intolleranza, ossia con che test, e quali sono i suoi sintomi. In ogni caso se intollerante dovrebbe utilizzare pseudocereali, come la quinoa, l’amaranto, il grano saraceno o la canapa, o il riso integrale, rosso, o nero, anche per le farine. Oppure utilizzare paste o farine fatte con farina di legumi: se ne trovano molte buone in commercio.
Gent.ma Dott. ssa, ho problemi di iperglicemia da alcuni anni, ora ne ho 43, le posso segnalare che consumando regolarmente prodotti fatti con questa farina ho risolto il problema della glicemia alta e la mia vicina, che è diabetica con un diabete molto altalenante, ha stabilizzato la glicemia e ridotto le dosi di insulina. Bianca o marrone penso siano i risultati che contano! e farina intera a me li ha portati.
Salve Gianluigi, grazie per la sua testimonianza. Tuttavia non capisco perchè lei non abbia provato la farina integrale o il farro ad esempio. Esistono studi in cui la varietà di grano antico ad esempio varietà Verna, grazie al contenuto di polifenoli, sia in grado di ridurre sia il colesterolo che migliorare parametri come aggregazione piastrinica. Vero che sono i risultati che contano ma a me non piace il concetto: perchè uno dovrebbe desiderare di mangiare una farina comunque lavorata industrialemnte per farla essere bianca e non proprio completamente priva di nutrienti, quando in commercio esiste quella integrale, assai meno lavorata, perchè macinandola a pietra è già ricca cosi di micro e macro nutrienti e fibra, buona e piena di proprietà positive? Ci inducono a mangiare con l’occhio, e il colore è importante, ma pensi che 50-60 anni fa la farina bianca non esisteva è un puro ritrovato dell’industria, come la margarina vegetale o l’olio di palma che a ben vedere non sono stati un vantaggio per la salute del consumatore. IO non credo che lei abbia abbassato i trigliceridi solo col cambio di farina, ma anche col cambio di stile di vita e se non lo ha fatto le consiglio di farlo. La dieta è solo una parte della prevenzione, l’altra è legata all’attività fisica
Buon pomeriggio Dottoressa.
Su suo suggerimento ho acquistato e confrontato la suddetta farina brevettata e un pane preparato con la farina verna da una bellissima azienda in provincia di Catanzaro.
Quest’ultimo pane era commestibile solamente il primo giorno mentre già a partire dal secondo pur conservato nelle migliori condizioni risultava essere duro e dal terzo già comparivano muffe sulla superficie pertanto ritengo a parità di prezzo più viabile la prima giacche l’IG e’ un indice assoluto e non relativo come pare si possa intendere dalle sue parole.
gentile Roberto, se ho capito bene lei dice che il pane acquistato di farina Verna ha fatto la muffa ed era duro? Non è colpa della farina, sicuramente non era lievito madre e se ha fatto muffa l’impasto era congelato. Il grano non c’entra ma chi panifica si. cambi forno