I semi di lino sono ricchi di fibre e sono consigliati per situazioni di stitichezza, poiché aiutano a migliorare la funzione intestinale, grazie all’effetto che hanno sul microbiota intestinale. Il contenuto di fibre, però assume un ruolo ben più importante. Diversi studi scientifici hanno associato il consumo regolare di semi di lino alla riduzione del rischio di tumore mammario, grazie alla presenza di particolari sostanze fenoliche, i lignani, che in questo alimento si trovano in concentrazione da 75 a 800 volte più elevate rispetto ad altri alimenti vegetali. Circa il 95% del lignani nei semi di lino e’ costituito da seco-iso-lariciresinolo diglucoside (SDG), e il restante 5% da lariciresinolo, pinoresinolo, e matairesinolo, che una volta ingeriti, subiscono la deglicosilazione da parte delle β-glucosidasi del microbiota intestinale, che li trasforma in enterolattone e enterodiolo, che sono fitoestrogeni, sostanze strutturalmente simili a estrogeni, e in grado di legarsi ai recettori estrogenici nelle cellule tumorali, inibendone la crescita. Questa blanda attività estrogenica, conferisce ai semi di lino anche la capacità di attenuare i sintomi della menopausa. Gli studi di farmacocinetica sull’uomo, hanno dimostrato la comparsa di enterolignani nel sangue, 8-10 ore dopo l’ingestione di semi di lino, con le concentrazioni plasmatiche massime medie di enterodiolo ed enterolattone che si raggiungono rispettivamente dopo 14,8 ore e dopo 19,7 ore dopo il consumo
Cosa dicono gli studi? Uno studio prospettico di coorte, comprendente 58.049 donne francesi in postmenopausa, ha rilevato che quelle con la più alta ingestione di lignani (> 1.395 μg / giorno) avevano un rischio significativamente ridotto di cancro al seno. Gli effetti benefici dei lignani in questo studio erano limitati al cancro al seno ER + e al recettore del progesterone positivo. Un altro studio, sempre su donne affette da cancro al seno ha concluso che la maggiore introduzione di lignani, e’ associata ad una riduzione del 33-70% della mortalità per cancro al seno nelle donne in postmenopausa. Una dieta ricca di lignani di semi di lino, determina un aumento di enterolattone nel sangue, ed uno studio condotto su 1.140 pazienti in postmenopausa con cancro al seno ha mostrato che le concentrazioni sieriche di enterolattone sembrano essere associati ad una maggiore sopravvivenza con una riduzione della mortalità di circa il 40%. Infine, una revisione sistematica di 10 studi clinici, ha concluso che il consumo di 25 g di semi di lino macinati svolge anche un ruolo di prevenzione primaria: infatti se consumati fin dalla adolescenza, il consumo di lignani e’ associato ad un ridotto rischio di cancro al seno. Sebbene l’effetto protettivo del consumo dei semi di lino e’ stato maggiormente studiato su donne affette da tumore al seno, l’evidenza clinica supporta anche un ruolo nella prevenzione del cancro della prostata, del polmone, del colon, dell’ovaio, dell’endometrio, e della cervice. L’effetto antitumorale dei semi di lino si basa su vari meccanismi, tra cui una riduzione dell’infiammazione, poiché la presenza di grandi quantità di lignani può portare a una diminuzione di diversi marker infiammatori.
Oltre ai lignani, la presenza di acido α-linolenico, precursore acidi grassi omega-3, ha un ruolo fondamentale nel contrastare i processi infiammatori. Inoltre, i semi di lino, sono una buona fonte di magnesio, fosforo, manganese, vitamina B1, selenio e zinco, tutti microelementi utili a sostenere le funzioni immunitarie.
Come introdurli nella dieta? I semi di lino si prestano a varie preparazioni, e’ possibile aggiungerli ai pancake, al porridge, allo yogurt, o alle insalate, macinati freschi oppure interi.
The Effect of Flaxseed in Breast Cancer: A Literature Review Front. Nutr., 07 February 2018 | https://doi.org/10.3389/fnut.2018.00004
Dietary Flaxseed as a Strategy for Improving Human Health Nutrients 2019, 11(5), 1171; https://doi.org/10.3390/nu11051171
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