Nella percezione comune, la supplementazione con elevate dosi di acidi grassi omega-3 è diventata molto popolare, a scopo preventivo, sebbene in realtà la reale relazione tra supplementazione e rischio cardiovascolare o tumori non sia stata chiarita, a causa di risultati spesso contrastanti. Stando ad un recentissimo studio pubblicato su New England Journal of medicine, assumere integratori di acidi grassi omega-3 non proteggerebbe affatto nè da infarto del miocardio, ictus o morte per cause cardiovascolari, ne’ verso il cancro
Il Trial ha coinvolto 25.871 partecipanti, di età media 67,1 anni, di cui il 51% erano donne e ha previsto un follow up di 3-5 anni. I partecipanti sono stati assegnati random a due gruppi, uno ha assunto il placebo, e l’altro 1 g al giorno in capsule di olio di pesce contenenti 840 mg di n-3 acidi grassi, inclusi 460 mg di acido eicosapentaenoico (EPA)e 380 mg di acido docosaesaenoico (DHA), che corrisponde alla dose di omega-3 raccomandata dall’American Heart Association per la cardio-protezione e che si è dimostrata utile in una popolazione di prevenzione secondaria.
Per quanto riguarda gli eventi cardiovascolari non sono emerse differenze statisticamente significative tra il gruppo placebo e quello supplementato. Solo riguardo all’infarto del miocardio, nei soggetti con basso consumo di pesce, l’integrazione con omega-3 è risultata protettiva rispetto al placebo.
Durante il follow-up, il cancro invasivo si è sviluppato in 1617 partecipanti (820 nel gruppo n-3 contro 797 nel gruppo placebo), con rischi simili nei due gruppi (hazard ratio, 1,03; IC al 95%, da 0,93 a 1,13; P = 0,56). Non sono state osservate differenze significative tra i gruppi randomizzati per quanto riguarda l’incidenza di carcinoma mammario, prostatico o del colon-retto; decesso per cancro (341 decessi per tumore; hazard ratio, 0,97; IC al 95%, da 0,79 a 1,20); o morte per qualsiasi causa (978 decessi complessivi; hazard ratio, 1,02; IC 95%, da 0,90 a 1,15).
Riguardo al consumo di omega-3 e cancro, secondo lo studio EPIC, che ha coinvolto 521,000 persone il consumo di 100-200 g di pesce grasso o magro erano associati al 7% minor rischio di cancro del colon. Questa quantità rientra nelle porzioni raccomandate dall’Organizzazione Mondiale di sanità, che indicano 1-2 porzioni (100-150 g) di pesce a settimana. Allo stesso modo, anche le altre fonti di omega-3 assunte attraverso la dieta erano inversamente associati al rischio di CRC, mentre il rapporto LC-PUFA n-6: n-3 era positivamente associato con CRC.
Serve quindi integrare? Lo studio ci suggerisce che la supplementazione con 1 g di omega-3 non serve a prevenire eventi cardiovascolari o tumori, in prevenzione primaria. Tuttavia, la supplementazione, potrebbe essere utile in chi non mangia pesce o chi segue una dieta strettamente vegana. Gli studi epidemiologici ci indicano ancora una volta che una dieta corretta e bilanciata è alla base della prevenzione, e che i principi alimentari assunti attraverso la dieta nelle quantità corrette e indicate dalle linee guida sono efficaci. Quindi occhio a mangiare bene e non mettere in primo piano la supplementazione con integratori, senza un reale beneficio dimostrato scientificamente, e non su topi!
JoAnn E. Manson et al. . Marine n−3 Fatty Acids and Prevention of Cardiovascular Disease and Cancer N Engl J Med 2019; 380:23-32 DOI: 10.1056/NEJMoa1811403
Elom K. Aglago, et al. Consumption of Fish and Long-chain n-3 Polyunsaturated
Fatty Acids Is Associated With Reduced Risk of Colorectal Cancer in a Large European CohortClinical Gastroenterology and Hepatology 2019;
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