Le mode alimentari degli ultimi anni che hanno imposto certe diete iperproteiche hanno diffuso la scorretta convinzione che le proteine non facciano ingrassare. Ma oggi sappiamo che non è cosi, e sopratutto in certe fasi della vita. Oggi, in Italia un bambino su tre è in sovrappeso e uno su dieci obeso. L’ansia che il piccolo mangi poco supera quella del sovrappeso, ma anche quando ci si rende conto che forse c’è un eccesso calorico, molti genitori lo associamo al consumo di porzioni troppo abbondanti, ad un eccessivo consumo di dolci, pizza, pane o pasta, mentre all’eccesso proteico non si fa caso, anzi si ha sempre paura che il nostro bambino possa mangiare poca carne o poco pesce. Eppure molti studi hanno evidenziato che se il bambino assume troppe proteine nei primi anni di vita si determina un ulteriore aumento degli adipociti, un aumento del grasso e un precoce “adiposity rebound” cioè quell’aumento dell’ indice di massa corporea (IMC o BMI) che, normalmente, deve avvenire tra i 5 e i 6 anni, e che se si verifica prima, aumenta il rischio di obesità in epoche di vita successive. Inoltre, l’eccessiva assunzione di proteine nei primi anni di vita, può causare danni acuti come un eccessivo carico renale e una perdita di calcio con le urine. La quantità di proteine che è necessario assumere sin dai primi mesi di vita non è altissima, e, negli ultimi anni, le stime dei fabbisogni sono state rivalutate e ridotte drasticamente. Cruciale, quindi, controllare attentamente l’apporto di proteine specialmente nei primi due anni, ma quali sono i comportamenti corretti per evitare un eccesso proteico?
Innanzi tutto, è stato dimostrato che allattare al seno per almeno 6 mesi riduce il rischio di obesità successiva: il latte materno è l’alimento più completo e adeguato per le necessità nutrizionali dei neonati (in ogni caso, lo svezzamento non dovrebbe mai iniziare prima di 17 settimane o dopo 26). L’effetto benefico del latte materno si manifesta soprattutto grazie alla riduzione di fattori di crescita come l’IGF-1 e dell’insulina, tanto che allattare al seno pare protettivo anche nei confronti del diabete. Detto questo, l’allattamento andrebbe protratto il più possibile.
La seconda mossa “anti-ciccia” è non iniziare anticipare troppo lo svezzamento: iniziare troppo precocemente con quantità eccessive per l’età di carne, pesce, formaggi (ad esempio quante volte aggiungiamo alla pappa in cui è gia presente la carne, il pesce o legumi uno o più cucchiai di parmigiano?.
Non introdurre il latte vaccino prima dei 12 mesi di vita, alcuni consigliano di attendere fino al 2° anno di età: questo alimento oltre ad avere una quantità di proteine troppo elevato rispetto al latte materno, questo incrementa la secrezione di insulina e fattori di crescita che potenziano l’appetito e sono correlati a un maggior rischio di problemi metabolici e di accumulo di grasso corporeo.
Insegnare fin da piccoli a consumare legumi (come lenticchie, ceci, fagioli) anche sotto forma di polpette o hamburgher: il vantaggio di consumare questi alimenti, è che grazie alla presenza di fibre danno un senso di sazietà maggiore, quindi è più difficile superare l’apporto proteico adeguato, apportando anche ferro calcio e sali minerali
Per il controllo del peso corporeo nel periodo dello svezzamento e prima infanzia, è anche importante evitare bevande caloriche e zuccherate come succhi di frutta, tisane, tè freddi e simili. Può essere utile togliere il biberon entro i due anni (troppo semplice da usare, ci si può ritrovare a bere latte o succhi in quantità eccessive).
Ultima cosa ma altrettanto importante per crescere sani e in forma i nostri figli è togliere il passeggino dopo i tre anni per favorire il moto promuovendo giochi attivi, la sedentarietà non aiuta!
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