Succhi di frutta? No prima dell’anno di età. Le nuove raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics


Ritorno sul problema zuccheri e sul fatto che è meglio darne il meno possibile e soprattutto nel primo anno di vita: ho più volte detto che questo periodo a partire dallo svezzamento è un momento delicato per formare il gusto del bambino e gettare basi solide per quella che sarà una corretta alimentazione. E lo faccio con le nuove raccomandazioni pubblicate dalla American Academy of Pediatrics (PEDIATRICS Volume 139, number 6, June 2017:e20170967),  in cui la restrizione al consumo di succhi di frutta viene esteso fino all’anno di età, mentre le precedenti indicazioni parlavano di evitare il consumo prima dei sei mesi. Una estensione che nasce da varie evidenze.

Prima di tutto il succo di frutta non ha un valore nutrizionale importante, come molte mamme credono: ricco di zuccheri, povero di fibre, che sono importantissime per il microbiota in formazione, non può essere considerato un sostituto del frutto, come molti genitori pensano e come accade di vedere nei menu di molte mense scolastiche. A parte l’acido ascorbico (vitamina C) che può contenere, il succo non ha però vantaggi rispetto al frutto intero, che oltre alle vitamine contiene le  fibre indispensabili per la salute del microbiota intestinale che si sta formando. Inoltre il frutto intero ci permette di masticare, cosa importantissima per la dentizione e per il senso di sazietà.  I succhi inoltre possono favorire le carie, soprattutto quando bevuti, come accade nei bambini piccoli, ripetutamente e a piccoli sorsi, modalità che permette la permanenza degli zuccheri in bocca. Inoltre carenza di fibre e alta concentrazione di zuccheri, (saccarosio, fruttosio, glucosio e sorbitolo) promuovono l’aumento di peso, che in questa età è deleterio per quel che può essere lo sviluppo di un sovrappeso o obesità in età pediatrica. A volte invece gli zuccheri non digeriti, come il sorbitolo causa dell’elevata  possono scatenare per effetto osmotico delle diarree, soprattutto nei più piccoli. Un altro aspetto che penso sia importante è che i genitori col succo di frutta pensano di sostituire frutta e verdura, che per essere inseriti nello svezzamento richiedono tempo e pazienza, e alcuni bambini fanno fatica ad inserire subito: pertanto con questa attenuante, si desiste dal farlo, con il risultato che poi sarà sempre più difficile far accettare ai bambini più grandicelli, questi alimenti indispensabili per la loro salute. Altra cosa da considerare è che alcuni succhi, come quelli di uva, possono diminuire l’efficienza dell’enzima CYP3A4 a o di melograno mirtillo, o ribes  possono inibire quella del  CYP2C9, entrambi necessari per metabolizzare alcuni farmaci, pertanto in bambini che seguono una terapia farmacologica potrebbero non essere indicati

Resta il fatto che per alleviare la sete, l’acqua è il modo migliore, e per invece apportare vitamine e Sali minerali, una dieta ricca di verdura e frutta è l’ideale; a questo punto un succo di frutta non servirebbe affatto. Detto questo però, il succo nei bambini più grandi potrebbe essere la bevanda occasionale da consumare ad esempio nei compleanni, al posto della coca-cola o di altre bevande dolci e per di più gassate, ma in questo caso è importante scegliere quelli di 100% frutta, senza zuccheri aggiunti e preferibilmente di agricoltura biologica per evitare che contengano residui di pesticidi

 

 

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