E’ ormai una prassi trovare frutta e verdura non di stagione nei banchi del supermercato, ma questi prodotti, come molti non sanno, non sono il frutto dei cambiamenti climatici, che regalano inverni meno freddi, ma sono frutto dell’indiscriminato uso di fitofarmaci. Così l’ultima frode alimentare, riguarda i 1.500 kg di ciliege sequestrate in Puglia perchè trattate con fitofarmaci importati illegalmente dalla Cina. Il Ministero della Salute ne ha vietato l’uso in Italia nel 2008, perché altamente tossici per l’uomo e per le piante. Mangiare questi prodotti, infatti, rappresenta un serio rischio per la salute dell’uomo, poiché si tratta di sostanze a base di idrogeno ciannamide, che può rilasciare nei frutti particelle di cianuro, un pericoloso veleno. Mettere sul bancone “una primizia” in scala così ampia significa alterare ogni regola di mercato: i fitofarmaci vengono utilizzati in grande quantità in modo tale da produrre tonnellate di prodotti: in questo modo guadagnano i venditori di fitofarmaci, i produttori di frutta trattata, ma non certo la salute del consumatore, che ignaro e invogliato dalla “novità” in anteprima rispetto alla stagione, non sa che mangerà un concentrato di prodotti tossici.
La presenza, nella frutta e verdura, di composti antiossidanti e molecole bioattive che agiscono proteggendo il DNA da stress ossidativo, e prevenendo cosi molte patologie, rendono questi alimenti dei preziosi alleati per la salute, tanto da essere definiti “nutraceutici”. Tuttavia, per essere nutraceutici, frutta e verdura, devono essere coltivati nel rispetto di alcune regole, come dimostra un recente studio pubblicato su PlosOne, , condotto sul pomodoro da un gruppo di ricercatori brasiliani (The Impact of Organic Farming on Quality of Tomatoes Is Associated to Increased Oxidative Stress during Fruit (Aurelice B. Oliveira, PLOS February 2013 ,Volume 8 ,Issue 2, e56354). Lo studio dimostra che nei pomodori prodotti secondo le modalità di Agricoltura Biologica, la concentrazione di vitamina C era aumentata del 55% e quella dei fenoli totali (altri antiossidanti) del 139% rispetto a quelle dei pomodori convenzionali.
I ricercatori spiegano che tali differenze sono dovute al fatto che i pomodori coltivati secondo metodi biologici sono sottoposti a condizioni di stress ambientale superiori,rispetto a quanto accade ai pomodori non biologici. Per questo motivo hanno concentrazioni di vitamina C e di altri antiossidanti nettamente superiori rispetto ai pomodori tradizionali, protetti da condizioni che non siano ottimali
Consumare i prodotti biologici pertanto può garantire una maggiore qualità e sicurezza alimentare, se poi lo si fa utilizzando la “filiera corta” o micro-filiera, che permette di consumare i prodotti del territorio, evitando i lunghi viaggi di trasporto, si ha il vantaggio di una maggiore freschezza del prodotto evitando l’uso di conservanti, come contrariamente avviene nei prodotti di importazione che devono percorre migliaia di chilometri.
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