La nutrizione ha ruolo importante nella prevenzione del carcinoma mammario, e diversi studi disponibili hanno identificato uno stile alimentare associato a un minor rischio di ammalarsi, pochi sono ancora gli studi ad oggi disponibili sul ruolo della dieta o alimenti specifici e prognosi del carcinoma mammario. Sebbene gli studi disponibili siano limitati e talvolta incoerenti, ci sono però valide motivazioni per consigliare una dieta “sana” per aumentare la probabilità di sopravvivenza, dopo una diagnosi e trattamento del cancro al seno, per ridurre il rischio di morte legato a comorbidità, che possono manifestarsi nelle pazienti affette da cancro al seno; ad esempio la malattia cardiovascolare è la più comune comorbidità, che può manifestarsi nelle sopravvissute al cancro al seno, pertanto, il cambiamento della dieta verso un modello alimentare salutare può offrire molteplici benefici per la salute e migliorare l’aspettativa di vita.
Una dieta sana “prudente”, ossia caratterizzata da un’elevata assunzione di verdura, frutta, cereali integrali, in cui si preferisca moderato consumo di carni bianche, pesce e prodotti a basso contenuto di grassi può avere un effetto positivo sulla sopravvivenza globale del cancro al seno, mentre la dieta definita “occidentale” con un elevato apporto di carne rossa/lavorata, cereali raffinati, dolci/dessert e alto contenuto di grassi può comportare il contrario. Secondo una revisione sistematica e una meta-analisi pubblicate di recente, comprendenti 41 studi di coorte su pazienti sopravvissute al cancro al seno, hanno mostrato un’associazione tra diminuzione della mortalità generale e aderenza a indici di alta qualità alimentare (elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali, legumi e noci e basso consumo di carne rossa e lavorata) (RR 0,74, IC 95% 0,60-0,90, 3 studi) e l’aderenza a un modello alimentare prudente/salutare (assunzione elevata di frutta, verdura, cereali integrali, pollame) (RR 0,76, IC 95% 0,60-0,95, 3 studi). Contrariamente, seguire un modello alimentare definito “occidentale” con elevato apporto di carne rossa e lavorata, cereali raffinati, dolci e dessert e alto contenuto di grassi saturi, latticini) era associato ad un aumentato rischio di mortalità complessiva (RR 1,44, IC 95% 1,17- 1,77, 3 studi).
Tuttavia, non esistono ad oggi, in termini di sopravvivenza del cancro al seno, prove certe di alcun beneficio da altre diete speciali come diete a basso contenuto di carboidrati low-carb, chetogeniche o vegetariane, nonostante siano sempre più promosse in ambito clinico. La dieta MedD (caratterizzata da un elevato consumo di alimenti a base vegetale, in particolare di prodotti integrali, verdure, frutta, noci e legumi con regolare assunzione di pesce e frutti di mare, e bassi consumi di uova, le carni rosse e lavorate e i latticini ad alto contenuto di grassi) è stata associata a riduzione della mortalità per tutte le cause nei pazienti con carcinoma mammario, ma non per la recidiva.
Nell’ultimo aggiornamento del World Cancer Research Fund (WCRF), uno stile alimentare sano, una dieta ricca di fibre, e bassi consumi di grassi sia prima che dopo la diagnosi, e il consumo di soia dopo la diagnosi sono indicati come fattori che riducono la mortalità. Tuttavia le prove per la raccomandazione di un’alimentazione a base di soia sono ancora insufficienti, sebbene il consumo occasionale sembra essere accettabile.
Un effetto positivo dell’assunzione di vitamina D sulla sopravvivenza dal cancro al seno non è formalmente dimostrato dai dati disponibili, ma può essere plausibile sulla base di studi sull’incidenza del cancro al seno e sulla mortalità totale del cancro. Per il consumo di alcol i risultati sono incoerenti, tuttavia, seguendo le raccomandazioni del WCRF e le linee guida nazionali sembra essere ragionevole e raccomandabile sconsigliare il consumo di alcool.
Tra tutti i fattori legati allo stile di vita, oltre all’attività fisica, è stata trovata la più forte evidenza di un impatto sulla prognosi del cancro al seno per obesità e sovrappeso. In particolare il grasso viscerale, quello che si accumula nella regione addominale, è associato ad un peggioramento della prognosi, soprattutto nel cancro post menopausale. In media, l’obesità aumenta il rischio di mortalità (mortalità per tutte le cause e mortalità specifica per cancro al seno) di circa il 30%. L’aumento di peso si verifica spesso durante le terapie, pertanto un regime alimentare deve essere mirato non solo le abitudini alimentari ma anche il controllo del peso corporeo e prevenzione della sarcopenia ( diminuzione della massa muscolare) che può essere conseguenza sia di una malnutrizione che di assenza di attività fisica
Cos’è una dieta sana? Il World Cancer Research Fund nel 2018, ha pubblicato delle indicazioni per definire una dieta preventiva (Fig,1), che raccomanda di seguire anche dopo diagnosi di cancro al seno. Tuttavia oggi non si può definire una dieta sana, senza considerare la modalità di produzione dell’alimento e i contaminanti in esso presente, in particolar modo pesticidi, presenti come multiresiduo (diversi tipi di pesticidi contemporaneamente presenti nello stesso alimento) e metalli pesanti come il cadmio, che i monitoraggi indicano come contaminanti frequenti della frutta e verdura e prodotti vegetali. Sia il cadmio che molti dei pesticidi che troviamo come residui negli alimenti che mangiamo sono cancerogeni, e interferenti endocrini ossia in grado di perturbare il metabolismo ormonale e questo meccanismo è assai rilevante quando si parla di cancro al seno. Un recente studio ha trovato che mangiare prodotti biologici, riduce il rischio di tumore post-menopausale (www.renataalleva.it/mangiare-biologico-protegge-dal-tumori-al-seno-e-linfomi-lo-afferma-uno-nuovo-studio-pubblicato-su-jama/): sebbene non esistono ancora studi che supportino il ruolo della dieta biologica nella sopravvivenza e nella prognosi di malate al seno, potrebbe essere ragionevole, consigliarne il consumo anche dopo una diagnosi, anche sulla base di una meta-analisi (Baranski, 2014) che affermava che i prodotti bio hanno meno cadmio e più antiossidanti rispetto ai prodotti coltivati intensivamente. Del resto un punto importante delle raccomandazioni del WCRF è: assumere i nutrienti e micronutrienti più possibilmente con la dieta e non con integratori
Can Nutrition Lower the Risk of Recurrence in Breast Cancer? Julia Weigl Hans Hauner Dagmar Hauner Breast Care 2018;13:86–91
World Cancer Research Fund International: Our Cancer Prevention Recommendations, 2018. www.wcrf.org/int/research-we-fund/our-cancer-preventionrecommendations (accessed January 30, 2018).
Higher antioxidant and lower cadmium concentrations and lower incidence of pesticide residues in organically grown crops: a systematic literature review and meta-analyses.
Barański M et al. Br J Nutr. 2014 Sep 14;112(5):794-811. doi: 10.1017/S0007114514001366. Epub 2014 Jun 26.
Baudrym, J, Assmann, K. Touvier, et al. Association of Frequency of Organic Food Consumption With Cancer Risk Findings From the NutriNet-Santé Prospective Cohort Study JAMA Intern Med. Published online October 22, 2018. doi:10.1001/jamainternmed.2018.4357
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