Quanto e come mangiare in gravidanza per la salute della mamma e del bambino


 Secondo il programming nutrizionale”, esistono infatti periodi critici nello sviluppo del bambino, che iniziano già dalla vita intrauterina fino ai primi anni dell’infanzia – in cui l’alimentazione può davvero condizionare il suo futuro da adulto. Le scelte alimentari della mamma in gravidanza, in allattamento, e poi nello svezzamento, sia in termini di “quantità” e “qualità”, sono quindi determinanti sulla salutea lungo termine del bambino. Un eccessivo apporto caloricodella mamma durante la gravidanza, modifica la struttura e il metabolismo del feto: attenzione quindi a quanti chili si mettono su durante il periodo di gestazione e al peso pre-gravidico, perché l’essere in sovrappeso o obese prima, durante e anche dopo il parto, espone mamma e bambino a molti rischi: un bambino che nasce di maggiore peso può essere un potenziale rischio di serie complicazioni durante il parto, inoltre si aggiunge una maggiore probabilità che possa poi divenire a sua volta in sovrappeso o obeso in futuro, con una maggiore predisposizione ad ammalarsi di diabete e malattie cardiovascolari. Quanto mangiare?: La gravidanza ha un costo energetico totale  di circa 80.000 kcal, che si traduce in un aumento del  fabbisogno calorico giornaliero di 150 kcal/die nel 1° trimestre (ad esempio un bicchiere di latte vaccino o di soia in più), e 400 circa kcal/die nel 2° e 3° trimestre, con conseguente aumento del fabbisogno proteico giornaliero (+ 29 g/die secondo i nuovi LARN) dal terzo trimestre fino a termine della gestazione.  Cosa mangiare e cosa evitare? Poiché la qualità degli alimenti può influenzare il rischio di obesità nel nascituro, o il peso alla nascita: dovrebbero pertanto essere evitati alimenti troppo ricchi di zuccheri semplici, come i dolci o le bevande zuccherate e gassate, e anche  tutti i dolcificanti artificiali come l’aspartame, preferendo carboidrati complessi (farro, orzo riso pasta preferibilmente  integrali, che grazia al contenuto di fibre, aumentano il senso di sazietà e sono un valido rimedio contro la stitichezza. Molta attenzione va posta anche alle quantità proteine della dieta: se si assumono troppe proteine in gravidanza, il feto alla nascita ha un numero maggiore di cellule di grasse (adipociti), quindi bando alle mode dietetiche e seguiamo la dieta mediterranea, che è bilanciata e include proteine vegetali dei legumi (lenticchie, ceci, fagioli) che in più forniscono calcio e sali minerali e ferro. I grassi, che devono rappresentare circa il 30% della dieta, scegliamo i migliori: semaforo verde, quindi  all’olio di oliva extravergine, per le sue proprietà nutraceutiche e dai acidi grassi omega-3 contenuti in maggiori quantità nel pesce (acciughe, sgombri, sarde) e noci. Raccomandata è l’assunzione giornaliera di almeno 200 mg/die  di DHA per i benefici c ne derivano  alla gestante e al feto. Semaforo rosso invece a tutti gli oli tropicali, molto diffusi nei prodotti da forno industriali che sono olio di palma, olio di cocco e di palmisti, spesso indicati genericamente con “ grassi vegetali”, che troppo ricchi di grassi saturi, possono essere nocivi per la salute. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, per evitar il rischio toxoplasmosi, una malattia molto pericolosa per il feto, è necessario evitare il periodo della gravidanza cibi crudi o poco cotti (pesce, carni, salumi)  mentre è necessaria molta cautela nel consumare  verdure crude, che devono essere lavate attentamente più volte e preferibilmente con bicarbonato o amuchina, e da evitate se  non siamo certi delle modalità di lavaggio. L’esposizione in gravidanza ai pesticidi attraverso ambienti contaminati o  il cibo  costituisce un altro importante  rischio per la salute del feto e della mamma è i cui effetti dannosi dei  pestidici sul feto, possono trasmettersi per ben tre generazioni. Si raccomanda quindi di consumare di prodotti di agricoltura biologica, a partire da frutta e verdura, molto importanti per il contenuto in vitamine e sali minerali, scegliendole di stagione, estendendo tle precauzione tutti i prodotti potenzialmente inquinati da pesticidi (pane, pasta, biscotti). Evitare prodotti con coloranti, additivi e conservanti, se non quelli di cui si ha la certezza che non siano pericolosi: in gravidanza non c’è necessità di alimenti “particolari” ma solo più naturali possibile.

 

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