Nonostante la ricerca e vari studi indichino quanto possa essere importante l’alimentazione sia nella prevenzione, ma anche durate la fase di trattamento del tumore, con chemioterapia o radioterapia, il consuelling nutrizionale manca praticamente nella maggior parte dei reparti di oncologia, per non parlare delle mense ospedaliere che servono cibo inadeguato ormai alle linee guida di prevenzione del codice europeo contro in cancro
E la cattiva alimentazione inizia già dall’età pediatrica: il Dr Paul Rogers che lavora alla oncologia pediatrica della British Columbia Children’s Hospital ed è Professore alla British Columbia University di Vancouver, ha effettuato un questionario alimentare informale a 17 bambini, da lui seguiti durante il percorso della malattia e sopravvissuti al cancro. Il risultato è che nessuno di essi aveva una adeguata conoscenza nutrizionale né avevano mai mangiato rispettando il corretto apporto nutrizionale, per l’età. Il consumo di alimenti dolci altamente raffinati e bevande era allarmante, così come il consumo insufficiente di frutta e verdura. Si deduce che queste abitudini derivano dai genitori eppure un errore fondamentale quando si considerano le strategie nutrizionali per la prevenzione del cancro è che si ignora totalmente che la prevenzione dovrebbe iniziare prima del concepimento, continuare durante la gravidanza, infanzia, e adolescenza per avere i suoi massimi benefici ottimali a tutte le età. Una buona alimentazione è necessaria durante la gravidanza, infanzia e l’adolescenza
Molte sono le evidenze di come una alimentazione scorretta e inadeguati apporti nutrizionali, sia in difetto che in eccesso, possono pesare sull’esito malattia: ad esempio nella leucemia infantile, può avere una prognosi infausta sia il bambino denutrito che quello obeso. Nei paesi ad alto reddito, la sopravvivenza globale per la maggior parte dei tumori infantili è però superiore all’80%. mentre, nei paesi a poveri, la sopravvivenza è tristemente più vicino al 20% o inferiore, a causa di malnutrizione. Una corretta alimentazione è parte della terapia per sconfiggere il cancro, poiché è in grado di migliorare la sopravvivenza aiutando i bambini affetti a affrontare meglio le cure, riducendo al minimo gli effetti tossici della chemioterapia aggressiva, la radioterapia e la chirurgia. In alcuni paesi, come l’India, hanno notevolmente migliorato le percentuali di sopravvivenza del cancro mediante l’attuazione di interventi nutrizionali, sia direttamente con i pazienti e per i loro gruppi di sostegno alle famiglie.
L’alimentazione è fondamentale per il benessere in ogni fase della vita, ma particolarmente importante durante i primi periodi della vita. Una buona alimentazione durante la gravidanza, infanzia e l’adolescenza ha il vantaggio più a lungo termine per il benessere di un individuo, la prevenzione del cancro e altre malattie croniche.
Nonostante però i molti studi dimostrino i vantaggi di una alimentazione corretta in termini di prevenzione, c’è ancora poco consenso su come l’educazione nutrizionale possa essere inclusa e resa attuabile all’interno di strategie di prevenzione. Queste strategie dovrebbero rivolgersi a informare i genitori, gli insegnanti per sostenere progetti di educazione alimentare, personale che lavora nelle mense scolastiche e ospedaliere, personale sanitario (medici e infermieri) e la popolazione in generale.
L’attuale focus per il controllo del cancro, è principalmente sulla diagnosi precoce e il trattamento e non sul tentativo di prevenire il cancro in primo luogo: l’importanza vitale dell’ambiente in cui viviamo (inquinanti) e della alimentazione è spesso trascurato. Il Codice Europeo di Prevenzione del Cancro ha stilato delle raccomandazioni su come dovrebbe essere la nutrizione appropriata, ma devono essere utilizzate e promosse più efficacemente, anche dagli stessi oncologi.
Una strategia di prevenzione di successo per i tumori prevenibili, mirata a ridurre l’incidenza di tumori deve abbracciare un programma di prevenzione attiva, con una forte attenzione alla qualità dell’ambiente in cui si vive, allo stile di vita e alla dieta, in particolare all’ educazione al consumo di alimenti senza residui di pesticidi, o di metalli pesanti, (arsenico, cadmio) che deve iniziare al momento della gravidanza, se non prima, (è noto come alcuni pesticidi possano essere immagazzinati nel tessuto adiposo della donna, e passare al feto durante la gravidanza per via transpalcentare)
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