Produits chimiques : nos enfants en danger è un documentario-inchiesta per la trasmissione francese Cash Investigation, realizzato da Martin Boudot, giornalista francese, sugli effetti delle sostanze chimiche sulla salute umana e sull’ambiente Martin Boudot evidenzia un problema che riguarda non solo la Francia o l’Italia ma l’intero Pianeta e punta nuovamente il dito verso le multinazionali produttrici di pesticidi utilizzati in agricoltura: Folpet prodotto da Bayer, Atrazina da Syngenta e Clorpirifos etile da Dow Chemical e sottolinea come dietro a questi prodotti ormai noti che fanno guadagnare “miliardi di euro” alle multinazionali, si nascondano molecole con provati rischi per la salute. Dopo un anno di indagini in Francia, Germania, Svizzera o nei paesi di in cui OGM e pesticidi sono diffusi, si rivela come alcuni prodotti in uso sono altamente nocivi per la salute dei bambini. Dalla grafica che si sovrappone alle immagini del documentario si vede molto bene a quante diverse sostanze siano esposti i bambini, i più sensibili all’effetto tossico, che si trovano nel cibo, nell’acqua del rubinetto e anche l’aria che respirano. Alcuni sono cancerogeni e neurotossici, altri sono particolarmente pericolosi perchè interferenti endocrini.
“Cash Investigation” ha avuto accesso a un database riservato sulle vendite di pesticidi in Francia, analizzando prodotto per prodotto, reparto per reparto, tra il 2008 e il 2013, emerge che in media sul territorio francese, vengono impiegati ogni anno circa 65.000 tonnellate di pesticidi puri e la Hexagon è il più grande consumatore di pesticidi in Europa.
Dal 1980, il cancro infantile è aumentato del 1% per ogni anno in Francia, circa 2.500 nuovi casi ogni anno. Questa è la seconda causa di morte nei bambini.
L’inchiesta denuncia che ogni giorno, i bambini possono essere esposti a ben 128 sostanze chimiche diverse, probabili cancerogene o interferenti endocrini come il clorpirifos e l’atrazina, inquinante trovato delle acque potabili francesi, in cui i livelli trovati hanno superato lo standard quality. Recentemente in Friuli, è scattato un allarme riguardo alla desetildesisopropilatrazina, un metabolita dell’atrazina, diffuso negli acquedotti di Pordenone, di Udine e di altri comuni della Bassa friulana oltre i limiti previsti dalla legge di 0,10 microgrammi per litro. L’esposizione dei feti all’atrazina è stato associato a una minore circonferenza craniale alla nascita che può essere predittrice di problemi del neurosviluppo e disturbi cognitivi e dello spettro autistico. Stessa cosa per il clorpirifos, definito neurotossico e interferente endocrino, motivo per cui l’EPA ne ha chiesto il bando, per ora entrato in vigore per l’uso domestico. In Francia dal 2011 al 2013 i pazienti affetti da disturbi dello spettro autistico sono aumentati l 32% al 45%, mentre dal 2008 al 2014, le diagnosi di autismo sono aumentate del 45% e i bambini scolarizzati con diagnosi di autismo sono aumentati del 120%
Nel documentario, si valuta l’esposizione ambientale ai pesticidi, con un semplice test eseguito prelevando e facendo analizzare ciocche di capelli di 20 bambini in Gironda, che frequentano una scuola a ridosso di vigneti, dove l’aria è irrespirabile, visto che il giornalista tossisce visibilmente quando li attraversa, commentando che l’odore di prodotti chimici chiude la gola. I risultati dell’analisi effettuata da un laboratorio di Lussemburgo, hanno evidenziato che questi bambini hanno ben 44 pesticidi nei loro corpi, di cui 24 vietati, ma ancora persistenti nell’ambiente, e gli altri autorizzati ma classificati come pericolosi, come il clorpirifos neurotossico e sospettato di avere una relazione con patologie come l’autismo e deficit del QI. Dalle immagini del documentario si evince molto bene come l’esposizione sia silente, ma pericolosa in quanto I pesticidi non possono essere visti ad occhio nudo, ma fanno parte della vita di tutti i giorni ed oltre ad avere effetti dannosi per l’ambiente e hanno anche un impatto sulla nostra salute, sottoponendoci ad esposizione cronica, quella ritenuta una delle cause di molte patologie, tra cui le tumorali e neurodegenerative.
L’inchiesta si associa bene ad un recente lavoro pubblicato sulla rivista scientifica Environment International (Chronic dietary exposure to pesticide residues and associated risk in the French ELFE cohort of pregnant women 92–93 (2016) 533–542 ) condotto su gestanti francesi che mostra come l’esposizione cronica attraverso la dieta inzia già in utero, attraverso il consumo di frutta non biologica (in questo caso) da parte della gestante e tra le sostanze maggiormente assunte con la dieta il clorpirifos, pirimifos-metile e dimetoato (di quest’ultimo in Italia si abusa per il trattamento della mosca dell’ulivo) a testimonianza ai cui sono esposti i bambini -in utero- e tutta la popolazione
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