Pesticidi nel piatto i dati 2014 di Legambiente: il multiresiduo è il dato più preoccupante


Ieri  30 Settembre nel corso di un convegno ad Expo Legambiente ha pubblicato i nuovi dati del monitoraggio di pesticidi nel piatto che ha riguardato complessivamente 7132 campioni di frutta verdura, derivati e miele provenienti da diverse regioni italiane. Rispetto al 2012 i campioni irregolari, che presentavano cioè residui fuori limite di legge, sono leggermente superiori (07% verso 0,6 %) ma il valore è piuttosto basso, a testimonianza che la maggior parte è rispettosa della legislazione vigente. Tuttavia rispetto al 2012 i campioni regolari  e senza residuo sono scesi dal 64%al 58%, mentre è ulteriormente aumentato il numero di campioni che presentano uno o più residui,  con un valore del 42%, circa un campione su due, con casi limite di 15 residui di diversi pesticidi nello stesso prodotto analizzato. Entrando nel dettaglio, il 18,8% dei campioni presenta  solo un  residuo, mentre  i prodotti che presentano il multiresiduo, ossia più di un residuo di pesticidi nello stesso alimento, sono il 24%  contro il 17,15% del 2012 e  la frutta è il prodotto che  presenta le concentrazioni più rilevanti: sul totale di campioni analizzati  circa il 43,3% contiene più residui chimici. Le sostanze più frequentemente trovate sono Boscalid, Captano, Chlorpyrfos, Fosmet, Metalaxil, Imidacloprid, Dimetoato, Iprodione. Vale la pena di soffermarsi su alcune di queste sostanze per  ricordare che l’imidacloprid è un neonicotinoide, sostanza particolarmente tossica responsabile  della moria delle api  ma anche degli uccelli che si nutrono di insetti e semi contaminati da questo insetticida, come riportato su  Nature,  da uno studio Olandese ha registrato un calo annuo del 3,5% nella popolazione di uccelli nell’aree inquinate dall’Imidacloprid,  mentre Clorpyrifos, Dimetoato, Iprodione fanno parte di una lista di 33 pesticidi, definiti  interferenti endocrini, ossia in grado di creare nell’uomo disturbi al normale metabolismo ormonale, che dovevano essere banditi dall’Unione Europea  decisione sospesa- a quanto riportato il Guardian  nell’articolo “EU dropped pesticide laws due to US pressure over TTIP, documents reveal” del 22 Maggio 2015 http://www.theguardian.com/environment/2015/may/22/eu-dropped-pesticide-laws-due-to-us-pressure-over-ttip-documents-reveal,  in seguito a pressioni di  “lobby” americane).  Per chiarire  meglio, un interferente endocrino può  causare disturbi alla tiroide, comparsa di mestruazioni precoci nelle bambine, diabete, obesità, ma anche tumori. Ma tornando al dossier, i dati più significativi riguardo il multiresiduo si osservano  a Bolzano col 45% dei campioni analizzati, che vede fino a 8 sostanze diverse nei campioni di fragole locali e un campione di uva, in cui è stato trovato tra l’altro Captano non autorizzato per questo tipo di coltura, mentre su 37 campioni di vino, 24 contengono in media 3 o 4 residui con punte fino ad 8 in un vino DOC, di produzione locale. Analogamente in Friuli Venezia Giulia,  troviamo un campione di vino che presenta  7 residui di pesticidi. Il triste primato del multiresiduo, va però alla Puglia che ha punte di 15 diversi residui in un campione di uva, e 8 e 9 residui in un campione di fragole  e pere, dove sono state trovate irregolarità anche in prodotti di importazione provenienti dalla Turchia per superamento dei limiti consentiti, in clementine, carciofi, rape, pomodori, pesche,bietole, lattuga, uva,pesto melograna e ciliegie. Cocktail di sostanze anche in Liguria in una delle sue produzioni tipiche e locali, il basilico, con ben 7 diverse sostanze e un campione di mele extra-regione con 6 diversi residui,tra cui Clorpirifos e Boscalid. L’Emilia Romagna ha invece il primato dei campioni irregolari, o perchè superano Il livello massimo residuale, consentito dalla legge  o per impiego di pesticidi non autorizzati  per la specifica coltura : sono 11 le non conformità,  di cui 5 sono in campioni di pere, clementine e uva trattate con sostanze non più autorizzate e le altre per eccedenza del residuo di Dimetoato e Clorpirifos (gli interferenti endocrini) in fagiolini, finocchi, funghi, bietole. Riassumendo i risultati di questo ultimo dossier, la presenza simultanea di più sostanze in uno stesso alimento che si attesta al 24% è il dato che desta più preoccupazione e mette in discussione quello che è il livello massimo residuale consentito per legge. Tale livello di sicurezza viene attestato su singola molecola e non sul cocktail che ora siamo più abituati a riscontrare e sulla potenziale tossicità di tanti residui di diverse molecole in realtà non esistono studi da non poter ipotizzare che queste sostanze possano agire sinergicamente e  esercitare un effetto additivo potenziare a vicenda gli effetti avversi. In più questo limite è stato stabilito- come ho specificato più volte- in riferimento ad un individuo adulto e non tiene conto della diverso metabolismo dei bambini che hanno sistemi di detossificazione immaturi e possono anche presentare singole diversità individuali di questi sistemi (PON-1), per cui alcuni risultano più sensibili di altri. I bambini sono potenzialmente esposti più a lungo ai pesticidi, a partire dalla vita intrafetale, attraverso la gestante: sono numerosi gli studi che correlano l’esposizione materna in gravidanza (residenziale, ossia vivere in prossimità di aree di coltivazioni intensive o attraverso la catena alimentare e patologie del nascituro e oggi sappiamo che non sono necessarie grandi quantità per indurre un danno alla salute, ma bastano piccole quantità prolungate nel tempo (esposizione cronica). Una riflessione va fatta riguardo al prodotto biologico e all’attenzione che si pone a quello che c’è nell’alimento: l’agricoltura a basso impatto non riguarda solo il prodotto finale ma assicura anche un ambiente più sano, quindi l’aria che respiriamo e l’acqua che beviamo e con la quale si irrigano le coltivazioni. da nutrizionista, vorrei porre l’attenzione alle mode alimentari, quale quella ad esempio del centrifugato di melograno molto pubblicizzato per l’alto contenuto di polifenoli e antociani, antiossidanti molto utili per la salute: mi ha colpito il dato del melograno  con livelli illegali di residui provenienti dalla Turchia e il sapere che spesso quei melograni che troviamo nei bar sono proprio della Turchia. Qual è la morale? Prima di pensare all’antiossidante, pensiamo alla qualità dell’alimento e cominciamo a capire che un prodotto, che viene coltivato senza prodotti di sintesi, grazie all’attivazione di un metabolismo secondario, produce più polifenoli, rispetto ad un  prodotto forzato e trattato con  pesticidi e in più non presenta residui di pesticidi sintetici che possono essere cancerogeni ed alcuni anche accertati interferenti endocrini. Ultima riflessione: c’è un  aumento di patologie tiroidee, dalle disfunzioni tiroidee, quali ipotiroidismo,  tiroiditi soprattutto nelle donne.

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