Parte la campagna #ipesticididentrodinoi# e una famiglia romana scopre di mangiare clorpirifos, glifosato e piretroidi


I pesticidi ci preoccupano sempre di più per l’impatto sull’ambiente e sulla salute, e sebbene siano molte di più le persone e i consumatori sensibili a questo problema, non tutti e sopratutto chi dovrebbe legiferare in materia di agricoltura sostenibile, ha ben chiaro di quanto sia importante eliminare certi contaminanti dalla catena alimentare, per i rischi a cui espone, rischi che possono essere di grave entità se parliamo di bambini e donne in gravidanza

Cosi allo scopo di sensibilizzare ed informare quanto sia importante l’alimentazione e il fatto che sia priva di contaminanti,  anche quelli che ritengono di alimentarsi bene, è partita oggi la campagna #ipesticididentrodinoi, con un video che mostra il grado di contaminazione della famiglia D. – romana, con abitudini alimentari nella media – rispetto ad alcuni tra i pesticidi ed erbicidi più utilizzati in agricoltura: glifosato, clorpirifos e piretroidi. La campagna è parte del progetto “Cambia La Terra”, nato per sostenere una agricoltura biologica e combattere l’uso dei pesticidi,  che vede insieme Federbio con Isde- Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu e WWF e coordinato da un comitato dei garanti di cui fanno parte – oltre ai rappresentanti delle associazioni citate – singole personalità del mondo della ricerca.

L’esperimento con cui parte la campagna, ha lo scopo di far capire come la dieta può influenzare fortemente la nostra esposizione ai pesticidi.   Cosi,  una famiglia romana composta di 4 persone (i genitori, Marta e Giorgio assieme ai loro bambini, Stella di 9 anni e Giacomo di 7) ha accettato di fare il test sulla presenza o meno di pesticidi nelle urine prima e dopo 15 giorni di dieta 100% bio, quindi totalmente priva di pesticidi di sintesi. La brutta sorpresa è che prima della dieta biologica, tutti i componenti hanno pesticidi nelle urine.   In tre  membri della famiglia sono state riscontrate alte concentrazioni di glifosato, l’erbicida per cui in queste settimane l’EU deve decidere o meno la possibilità di utilizzo nei prossimi anni. In particolare le concentrazioni nelle urine di  uno dei genitori erano 0,26 microgrammi per litro (ug/l), mentre il bambino più piccolo erano 0,19 (ug/l) rispetto a una media generale di 0,12 (mg/l). Nello stesso bambino, è stata trovata la presenza di  clorpirifos 5 microgrammi  di  per grammo di creatinina, (ug/g) un valore altissimo rispetto alla media della popolazione che è 1,5 (mg/g). Il clorpirifos è noto per essere un neurotossico importante, con particolari effetti sulla capacità di apprendimento e di attenzione, oltre che essere un interferente endocrino, come il glifosato. Il Parlamento Europeo nel 2013 aveva dichiarato che gli interferenti endocrini sono  sostanze  che alterano fortemente il metabolismo ormonale, con conseguenti implicazioni nella sterilità, dismetabolismi della tiroide, diabete, ovaio policistico, tumori, anche a bassissime concentrazioni, pertanto dichiaratamente senza soglia, quindi non dovrebbero essere presenti nell’ambiente, tanto meno nelle urine di un bambino in via di sviluppo.

A dimostrazione che siamo esposti ad un cocktail di pesticidi, in tutti  e quattro i componenti della famiglia D. sono stati  rilevati anche i piretroidi in particolare,  m-PBA, che  nel caso della mamma  era presente in concentrazioni  particolarmente elevate, tanto alto da essere superiore a quello che si riscontra  solo nel 5% della popolazione di riferimento. Nei figli erano presenti quantità sensibilmente superiori alla media non solo per  m-PBA, ma anche per Cl2CA.  La domanda è a questo punto è possibile, con solo 15 giorni a zero pesticidi ridurre o eliminare la quantità di sostanze chimiche che assorbiamo quotidianamente attraverso gli alimenti? 

Per chi volesse seguire  la campagna #ipesticididentrodinoi  giorno dopo giorno, attraverso video e post della famiglia, l’evolversi della dieta

 

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