Troppo spesso, nonostante i progetti di educazione che hanno portato la frutta nelle scuole, durante l’intervallo, vedo bambini e adolescenti fare merenda pane e salume, che sia prosciutto cotto, crudo, o salame, ed il consumo è giornaliero e non si ferma al solo panino della scuola. Oltre all’associazione con sovrappeso e obesità, il consumo di salumi è diventato oggetto di attenzione per altre relazioni con la salute, ed in particolare con l’aumento del rischio di alcuni tumori.
Il nuovo codice europeo per la prevenzione del cancro redatto dal World Cancer Reaserch funding (WCRF), al punto 5 dice:Segui una dieta sana mangia principalmente cereali integrali, legumi, verdura e frutta. Limita i cibi ad alto contenuto calorico (cibi con alto contenuto di zuccheri e grassi) ed evita le bevande zuccherate. Evita la carne conservata; limita la carne rossa e i cibi ad alto contenuto di sale.
Lo IARC ( agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha pubblicato su Lancet Oncology ( Ottobre 2015 https://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2015/pdfs/pr240_E.pdf) una nuova lista di cancerogeni. Le carni lavorate e wurstel sono dunque ritenute cancerogene certe e vanno inserite nel gruppo 1 insieme ad altre 115 sostanze che causano il cancro come il fumo, l’amianto, l’arsenico e il benzene. Le carni rosse fresche e non lavorate, sono state inserite fra le ‘probabili cancerogene’ (classe 2A), la stessa classe in cui è stato inserito il glifosate, l’erbicida più usato al mondo e presente sia nelle acque che nella catena alimentare. Per chiarire, le carni lavorate, includono le carni che sono state trasformate “attraverso processi di salatura, polimerizzazione fermentazione, affumicatura, o sottoposte ad altri processi per aumentare il sapore o migliorare la conservazione. In base agli studi disponibili, Gli esperti dello IARC hanno concluso che per ogni porzione di 50 grammi di carne lavorata consumati al giorno il rischio di cancro del colon-retto aumenta del 18%. Ma lo stesso legame è stato osservato con i tumori del pancreas e alla prostata.
Senza allarmismi alla luce di questi dati è importante fare delle considerazioni che riducano l’esposizione delle fasce più giovani m anche di adulti, vista l’aumentata incidenza di queste patologie tumorali.
Troppe sono le famiglie che per fretta mettono salumi a tavola quasi tutti i giorni, e nei bambini e adolescenti il consumo oggi è sicuramente superiore alle quantità previste, dalle linee guida di assunzione raccomandate. I salumi oltre alla quota di sale, hanno spesso troppi conservanti, nitriti, nitrati e polifosfati, che sono sostanze cancerogene a cui i bambini possono essere più sensibili.
La bassa qualità della carne, salumi industriali o carni trasformate, quali i wurstel, e l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi da cui derivano, sono motivo per diminuirne drasticamente il consumo contrariamente a quanto accade attualmente.
Troppi menu scolastici ancora contengono salumi , che in linea con le disposizioni ministeriali possono essere previsti, 2 volte al mese ma in alcuni casi appare quasi tutte le settimane, a svantaggio dei legumi che in alcuni casi non sono presenti se non 1 volta e non come piatto unico.
Genitori che reclamano i salumi: accade anche in alcuni comuni che i menu soddisfino pienamente i principi di prevenzione ma siano certi genitori, che lamentano e reclamano l’introduzione di salumi o sostituzione dei legumi perchè i bambini non sono abituati a mangiarli
Considerando che la scuola è un luogo in cui si fa educazione, tra cui quella alla salute e all’ambiente, sarebbe importante che tutti i comuni si allineassero e proponessero un menu che tenga conto sia delle importanti indicazioni di organismi come il WCRF e dell’impatto ambientale, aumentando la frequenza di quegli alimenti come i legumi che hanno un impatto ambientale molto minore rispetto ai prodotti animali.
Per chi non ama rinunciare al piacere dei salumi ogni tanto, si consiglia di sceglierli di produzione artigianale e locale: si scoprirà che chi produce un salume artigianale non lo ha tutto l’anno ma ha una piccola produzione limitata ad un periodo, a vantaggio della qualità
L’Educazione nutrizionale e informazione adeguata agli insegnanti e alle famiglie si rende necessaria e fondamentale per chiarire come certe scelte alimentari non sono per penalizzare ma salvaguardare la salute dei loro figli. Quale migliore occasione, visto che il 2016 è l’anno internazionale dei legumi?
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