Secondo i dati del Ministero della salute il 26,9% dei ragazzi italiani dai 6 ai 17 anni è in eccesso di peso, percentuale che aumenta nella fascia dei bambini fra i 6 e 10 anni, arrivando fino al 35,7%: quindi uno su tre di quella fascia, ovvero circa un milione di bambini in totale. In Italia abbiamo il primato di obesità in Europa, e questo in realtà è in contrasto con il modello della dieta mediterranea di cui noi dovremmo essere la patria. In realtà è noto da tempo che in Italia, la dieta mediterranea, si è persa da molto tempo, e le nuove abitudini alimentari sono caratterizzate da un eccesso di grassi saturi e zuccheri, a partire dalla fasce di età pediatrica. I grassi “saturi, presenti nelle carni rosse, formaggi, latticini interi, dovrebbero ricoprire tra del 7-10% delle calorie totali della dieta, in quanto un eccessivo apporto è stato associato ad una maggiore incidenza di patologie dell’adulto, dalla ipercolesterolemia, a infarto ad alcuni tipi di tumore. Negli ultimi anni, ad aumentare la quantità di grassi saturi nella nostra alimentazione è l’olio di palma, finora mascherato sotto la generica dicitura “grassi vegetali” un ingrediente che ha invaso il settore alimentare, impiegato in tantissimi prodotti industriali e per questo motivo diventa molto difficile evitarlo o ridurne il consumo in modo significativo. Questo olio contiene dal 45 al 55% di grassi saturi a catena lunga come l’acido palmitico e miristico che favoriscono l’aumento dei livelli di colesterolo, soprattutto LDL, ma non soltanto. Uno studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition*, ha suggerito che l’acido palmitico, aumenta la insulino-resistenza (stato pre-diabetico), contribuendo all’obesità, fenomeno che invece viene contrastato dall’acido oleico, principale componente dell’olio extravergine di oliva, anche in età pediatrica. Se questo è vero, purtroppo, dobbiamo dire che i bambini sono particolarmente esposti al consumo di olio di palma, che inizia già nella primissima infanzia, in quanto lo troviamo come ingrediente di latti in polvere per neonati. Poi nelle età successive, il consumo di olio di palma nei bambini aumenta, in quanto è presente nella stragrande maggioranza di merendine e dolci e creme spalmabili, ma anche patatine fritte imbustate e snack salati di cui sono particolarmente ghiotti e che posso contenerne tra il 20% e il 30%. Vista la diffusione di utilizzo di questo olio è facile che si possa eccedere circa le dosi massime consigliate: un bambino di 6 anni normopeso, che necessita di 15g di grassi saturi in totale, raggiunge facilmente questa quantità mangiando biscotti a colazione, patatine nello spuntino e un paio di merendine al giorno. Ma un aspetto più rilevante per la salute dei bambini è quella legata alla contaminazione da residui di sostanze chimiche tossiche. L’olio di palma viene coltivato in Paesi che consentono ancora l’impiego di sostanze che in Italia e in Europa sono vietate, come ad esempio il DDT, interferente endocrino, in grado di provocare alterazioni ormonali ( pubertà precoce, diabete, disfunzioni dello sviluppo genitale) e cancerogeno. Dai controlli effettuali finora non sono mai stati riscontrati livelli di residui superiori a quelli consentiti per legge, sappiamo che questi livelli stati tarati sull’ adulto e non sul bambino, e i bambini oltre ad avere sistemi di detossificazione meno sviluppati dell’adulto, sono più esposti al cosiddetto “effetto accumulo” da pesticidi. Nonostante però alcune evidenze scientifiche che ne sugeriscono un ruolo negativo per la salute e le campagne sostenuta anche dalle associazioni ambientaliste, che puntano l’attenzione sui danni all’ambiente, causati dalla coltivazione intensiva delle palme da cocco, in Italia l’importazione dell’olio di palma è aumentata del 19% per un quantitativo record che ha superato addirittura 1,7 miliardi di chili nel 2014, un primato negativo mai raggiunto prima. Come possiamo evitarlo? Leggendo bene le etichette alimentari: oggi i consumatori possono oggi identificarlo in modo chiaro, in etichetta, grazie alla nuova legislazione che impone di scrivere “olio di palma” e non più la generica definizione “grassi vegetali”, questo ci consente di scegliere prodotti che usano ad esempio Olio extravergine di oliva, che contrariamente all’olio di palma apporta molti benefici alla salute preferendo possibilmente i prodotti BIOLOGICI. Non dimentichiamo che l’educazione alimentare nella prima infanzia riveste un ruolo centrale per la salute del futuro adulto: è in questa fase della vita che iniziano a strutturarsi i gusti e le abitudini alimentari che formeranno lo stile alimentare dell’età adulta, per cui coltivare corrette abitudini alimentari da parte di tutti i componenti della famiglia è fondamentale per indirizzare il bambino verso uno stile alimentare salutare.
* Kien CL, Bunn JY, Ugrasbul F. Increasing dietary palmitic acid decrease fat oxidation and daily energy expenditure. Am J Clin Nutr. 2005 ; 82(2):320-6
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