In occasione del BioFestival: la stazione del biologico tenutosi a Grottammare dal 7 al 9 Settembre si è riparlato di Produzione Biologica in termini di difesa per l’ambiente e per la salute. Da nutrizionista come tanti colleghi, insisto sulla importanza del consumo regolare di frutta e verdura e cereali integrali sin dalla prima infanzia, proprio perché sono alimenti ricchi non soltanto di vitamine, fibre e Sali minerali, ma anche di molecole nutraceutiche e antiossidanti, che sono appunto peculiari di certi alimenti, in grado di svolgere una azione protettiva o terapeutica in alcuni casi. Alcuni esempi di alimenti nutraceutici sono i legumi, per il loro contenuto in isoflavoni, protettivi verso le patologie cardiovascolari, l’olio di oliva, per contenuto di polifenoli, vitamina E, efficienti antiossidanti ed oleorupeina, una sostanza ad azione antiinfiammatoria; il pesce, le noci e la frutta secca a guscio ricchi di omega-3 , che hanno proprietà molteplici, da quella antiinfiammatoria a quella ipotrigliceridemizzante; tra la frutta, mirtilli e arance per la presenza di flavonoidi ed antociani, efficienti nel combattere radicali liberi e stress ossidativo, che sono alla base di molte patologie. E’ notizia attuale che l’incidenza di molti tipi di cancro, del colon retto, del seno, delle ovaie è più bassa in soggetti che consumano una dieta povera di grassi saturi e ricca di frutta e verdura. Mangiare frutta e verdura, quindi è indubbiamente un comportamento corretto ma a questo punto si apre il capitolo dei pesticidi. Il dossier 2011 di Legambiente ci riferisce che nonostante gli sforzi tesi a una riduzione dell’uso della chimica di sintesi in agricoltura, risulta ancora elevata la quantità di residui di pesticidi che finisce nei nostri piatti e purtroppo tra le liste di alimenti più contaminati troviamo proprio frutta e verdura. Una recente ricerca condotta in USA, sui livelli di pesticidi in 60.700 campioni di alimenti lavati e in alcuni casi anche sbucciati , è risultato che ai vertici della black list c’è la mela, che è tra i frutti più consumati in assoluto, ma a quanto pare anche il più “avvelenato”. Sul podio sono finiti anche sedano e peperoni, seguiti da pesche, fragole, pesche, noci d’importazione, uva, spinaci, lattuga e cetrioli, mentre ultima classificata, quindi meno contaminata, la cipolla. L’utilizzo dei pesticidi nella agricoltura non è soltanto dannoso per i nostri cibi, ma l ‘esposizione diretta o indiretta delle persone e dell’ambiente a tali sostanze, determina disturbi cronici e a lungo termine, particolarmente preoccupanti nelle donne in gravidanza, perché possono indurre malformazioni al feto , nei bambini, nelle persone anziane e nei lavoratori agricoli. Sul piano ambientale, poi possono essere causa di contaminazione dell’acqua, dell’aria o del suolo, raggiungendo le falde acquifere e penetrando nel terreno possono provocare danni alle vegetazioni spontanee o agli insetti utili. Ma allora che indicazioni dare ai consumatori o pazienti che si rivolgono a noi nutrizionisti e ci chiedono come intraprendere uno stile di vita sano? Personalmente ritengo che l’agricoltura biologica e il consumo di prodotti biologici siano una scelta consapevole per chi si preoccupa della propria salute e quella dell’ambiente ed il loro consumo debba diventare sempre più fruibile da parte di tutti e deve crescere la consapevolezza in tutti noi che il ritorno ad una agricoltura più “sana” e meno inquinata, con il recupero di varietà locali, introduzione della filiera corta siano scelte per il futuro di tutti.
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