I nutraceutici sono alimenti ricchi di biomolecole, che non svolgono soltanto il ruolo di nutrienti, ma sono anche potenti antiossidanti, anti-infiammatori e anticancro, in quanto sono in grado agire sul genoma, sia direttamente che indirettamente, influenzando fortemente lo stato di salute.
Parlando di alimenti nutraceutici, numerosi recenti studi hanno dimostrato che una dieta ricca di brassicacee, ossia cavoli, broccoli, verze è associata ad un basso rischio di ammalarsi di patologie cardiovascolari, infiammatorie, ed è protettiva verso molti tipi di cancro. Uno dei primi studi a dimostrare l’ attività anti-cancerogena di questi alimenti, fu condotto da ricercatori cinesi, in cui risultò che l’assunzione di una bevanda a base di estratto di broccoli, per due settimane, riduceva significativamente l’escrezione urinaria di alcuni indicatori del danno al DNA indotto da aflatossine, delle micotossine alimentari fortemente cancerogene. Molti altri studi successivi ne attestano l’efficacia preventiva verso vari tipi di tumore, ed uno recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Biochimical Biophysical Acta (2012Aug; 1823(8):1295-305), ne conferma l’efficacia antitumorale e anche chemio-preventiva nel cancro alla prostata.
Questo effetto protettivo è legato alla elevata concentrazione di glucosinolati presenti nei cavoli, che vengono metabolizzati in vivo come isotiocianati, un gruppo di sostanze fitochimiche che danno l’aroma amaro del wasabi, rafano e senape. Mentre sono tossici in grandi quantità, nelle concentrazioni in cui sono presenti negli alimenti, gli isotiocianati sono potenti antiossidanti, tra il cui più efficace è il sulforafano . La sua forma attiva, si produce quando la glucorafanina, componente dei cavoliviene metabolizzata dall’enzima mirosinasi, che si libera dalle foglie quando vengono masticate La cottura parzialmente denatura la mirosinasi, lasciando la glucorafanina parzialmente intatta. Fortunatamente nell’intestino di soggetti sani i batteri della flora intestinale sono in grado di produrre la mirosinasi, cosi il sulforafano dopo essere stato assorbito nel sangue, velocemente si accumula nei tessuti dove esercita la sua azione, antiossidante e anticancerogena e chemio-preventiva.
Il sulforafano quindi un vero e proprio nutraceutico che interagendo direttamente sui geni, induce anche l’espressione di importanti enzimi detossificanti e di molecole quali la vitamina A E e C contribuendo cosi anche al mantenimento del network dei maggiori antiossidanti che intervengono nello stress ossidativo che danneggia componenti cellulari e DNA.
Per meglio benefìciare dell’effetto bisogna prestare attenzione alla varietà e alla modalità di cottura: secondo alcuni ricercatori il sulforafano è più abbondante nei broccoli e il consumo di 3-5 porzioni a settimana (circa 1kg) determina un effetto anticancro, misurabile sperimentalmente, raggiungendo l’effetto massimo quando viene scaldato per 10 minuti a 60 gradi. Ai consumatori, che non possono certo cuocere i cibi ad una temperatura così bassa, si suggerisce di cuocerli a vapore ma solo per 3 o 4 minuti che è il metodo di cottura che ne conserva la maggiore concentrazione e bio-disponibilità. Altro fattore da valutare è il congelamento: i prodotti in busta vengono spesso trattati ad alta temperatura prima di essere congelati, e anche questo procedimento può ridurne l’apporto di sulforafano. per meglio beneficiare quindi dell’effeto nutraceutico, consumare i cavoli di stagione, meglio di filiera corta e di agricoltura biologica per evitare i rischi di pesticidi e ormoni che vengono utilizzati nelle coltivazioni intensive o in serra.
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