Quando si dice “a misura” di bambino, siamo indotti a pensare qualcosa ideato in modo da rispettarne la salute e benessere, ma non sempre nella realtà è cosi. Forse non tutti hanno notato che all’interno dei supermercati c’è una strategia di vendita e questa spesso si rivolge proprio a loro, i bambini, ma non con finalità salutistiche, ma meramente commerciali. Qualche giorno fa, mentre ero passivamente in fila in uno dei tanti supermercati della catena CONAD, mi soffermo con lo sguardo sugli stands antistanti alle casse, cosi allegramente colorati perchè tappezzati di una quantità di caramelle colorate e cioccolate, ma non è tutto. Chinatami casualmente per raccogliere un oggetto caduto nello spazio che c’è tra una cassa e l’altra, per intenderci, in quel corridoio in cui si sosta un attimo prima di pagare per mettere la propria spesa sul nastro rotante, nel rialzarmi mi accorgo che sia a destra che a sinistra ci sono 2 colonne da cui piove una cascata di snacks che io non avrei notato, perchè poste a “misura-altezza” di un bambino che invece se le trova proprio davanti agli occhi. Immediatamente ho pensato come si vanifichino facilmente le campagne di ‘Educazione Nutrizionale” nelle scuole, nate per diffondere un corretto stile alimentare fin dalla prima infanzia, e promuovere il consumo di frutta al posto degli snacks, e come possano risultare di debole impatto, se fuori gli stimoli “negativi” utilizzano strumenti di comunicazione più efficaci per colpire un bambino, quali immagini ammiccanti con gadgets all’interno delle confezioni di merendine con pubblicità divertenti che esaltano prodotti di pessima qualità, posizionate in punti strategici per l’acquisto. Proprio per arginare questa strategia utilizzata dai supermercati, in Inghilterra, la Children’s Food Campaign, la British Dietetic Association e il Dietitian in Obesity Managemnet hanno promosso da poche settimane, una interessante campagna per contrastare la vendita di junk food che ammicca soprattutto ai bambini e giovani, chiamata “Junk Free Checkouts”. Finalità della campagna è di far togliere gli scaffali con dolci e merendine in prossimità delle casse dei supermercati, dove i clienti si mettono in coda insieme a i bambini che vengono attratti dalle confezioni ammiccanti e sono stimolati a fare i capricci perché gli si compri loro qualcosa, che in genere è una merendina carica di zuccheri, grassi vegetali, sale e aggiunta di conservanti e coloranti. Da un sondaggio effettuato per capire la posizione di genitori e adulti è emerso che il 75% delle persone è infastidito dalla presenza di cibo spazzatura alle casse. L’83% era stato tempestato di richieste dai figli, affinché comprassero loro qualcosa e il 75% aveva ceduto. Oltre il 90% ritiene che questi prodotti contribuiscano all’aumento dell’obesità, sia nei bambini sia negli adulti. Il 56% dichiara che farebbe più volentieri la spesa in un supermercato dove alle casse non ci fossero merendine e dolci vari. Solo il quattro per cento si è lamentato con il supermercato per questa situazione, ma il 63% lo farebbe se gli fosse detto come farlo. In attesa che anche in Italia vengano promosse campagne come questa, nel frattempo come consumatori possiamo operare delle scelte autonome, modificando il nostro modo di fare la spesa, spostandoci dai grossi supermercati ai piccoli produttori che fanno vendita diretta, nota come filiera corta o Km zero, oppure avvalendoci del gruppi di acquisto (GAS).
I vantaggi in questo caso sono molteplici: primo tra tutti si hanno prodotti più freschi e meno trattati, accorciando molto la catena distributiva, soprattutto se si opta per i prodotti di agricoltura biologica; si evitano i continui stimoli visivi ai bambini, riducendone l’esposizione al supermercato; si fanno acquisti più ragionati, concentrandosi sulle necessità evitando il superfluo, che spesso riempie i carrelli e che è quello maggiormente responsabile di sovrappeso ed obesità nella popolazione infantile ed adulta.
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