Certamente che l’alimentazione materna in gravidanza sia particolarmente importante per lo sviluppo sano del nascituro e’ ormai noto, tuttavia a fronte della maggiore attenzione che viene prestata alla dieta in termini di fabbisogno energetico e ripartizione tra macronutrienti e micronutrienti, indispensabili per non incorrere in importanti carenze, poco si sottolinea quanto sia altrettanto importante la qualità della dieta, in termini di contaminanti che possiamo introdurre con gli alimenti. Il glifosato e’ uno degli erbicidi più utilizzati al mondo e pertanto diffuso in tutta la catena alimentare, la’ dove non si usano metodi biologici per la produzione. Nel mondo e in Italia, residui di glifosato sono presenti nei cereali, pasta, pane farine, in alcuni vegetali, nel latte, nelle carni tutti alimenti che fanno parte e recentemente, e’ stato trovato in varie marche di ceci in scatola e lenticchie rosse, spesso presenti nella dieta di una neo-mamma, come le bevande di soia, legume spesso contaminato da glifosato, se proveniente da coltivazione intensiva o OGM
Ma quali conseguenze può avere il feto se la mamma mangia cibi contaminato da glifosato?
Un recente studio pilota condotto su 94 coppie madre-bambino (45 femmine e 49 maschi) progetto pilota (N = 100), ha valutato la concentrazione di glifosato e del suo prodotto di degradazione (AMPA) nell’urina delle gestanti raccolte a metà gravidanza e l’ha messa in relazione alla distanza anogenitale nei neonati, che si distingue tra i sessi, essendo più lunga nei maschi rispetto alle femmine.
Dallo studio e’ emerso che la concentrazione urinaria di Ampa erano associati ad una malformazione genitale, soprattutto nelle bambine, che hanno manifestato una distanza ano–forchetta vaginale/coccige-forchetta vaginale più lunga segno di mascolinizzazione. Questa associazione era già parzialmente emersa da uno studio precedente condotto su topi che ha dimostrato che l’esposizione a erbicidi a base di glifosato nei ratti era anche associata ad effetti androgeni-simili, confermando il sospetto che il glifosato sia un interferente endocrino, ossia una sostanza in grado di perturbare l’assetto ormonale dell’individuo causando effetti androgenici negli esseri umani. La distanza anogenitale, la distanza tra l’ano e i genitali, è un marker sensibile di interruzione endocrina prenatale che influisce sullo sviluppo del tratto genitale. L’esposizione a diverse sostanze chimiche, inclusi i pesticidi, è stata precedentemente collegata ad Alterazioni anogenitali e ad altri effetti endocrini.
Che messaggio ci deriva da questo studio?
Questo studio evidenzia quanto sia importante l’esposizione materna a sostanze tossiche e pesticidi che introdotti con la dieta, attraverso la placenta possono raggiungere il feto che, essendo un organismo in formazione, e’ meno in grado di proteggersi dagli effetti tossici: in particolare il glifosato sembra essere particolarmente pericoloso per i danni causati dal glifosato sulla salute riproduttiva.
Gravidanza e glifosato
Un nuovo studio pubblicato due anni fa aveva messo relazione tesposizone al glifosato e parti prematuri , sottolieando che l’erbicida sarebbe presenti nele urine del 90% delle donne incinte.
E in Italia? Un monitoraggio condotto dalla rivista il Salvagente, in collaborazione con una associazione di mamme, ha condotto nel 2017 un monitoraggio su 14 donne in gravidanza che risiedevano ontano da zone agricole. Tutte le donne, sottoposte all’esame urinario per la ricerca del glifosato nelle loro urine, sono risultate positive all’erbicida con la massima concentrazione trovata di 3,48 ng/ml. Di fatto la quantità che apparentemente sembra poca in realtà non dovrebbe essere proprio presente nelle urine, considerando che il glifosato e’ un sospetto interferente endocrino e pertanto non ha valori soglia che possono essere considerati sicuri. Altri studi hanno documentato che il glifosato può causare danni al fegato e alterazioni importanti del microbiota intestinale, il cui equilibrio ( eubiosi) sappiamo essere fondamentale per il sistema immunitario e la salute.
Che consigli dare ad una donna in gravidanza
Sempre più evidenze suggeriscono che mangiare prodotti coltivati senza pesticidi cancerogeni o interferenti endocrini, sia importantissimo per la nostra salute, pertanto cercare di scegliere alimenti che provengano da coltivazioni biologiche, biodinamiche o da agricoltura organica evolutiva, che non utilizzano prodotti di sintesi e sono anche più sicuri. Variare molto la dieta evitando i cibi troppo industriali, leggere sempre bene le etichette e le provenienze degli alimenti.
Glyphosate exposure in pregnancy and shortened gestational length: a prospective Indiana birth cohort study.Environmental Health volume 17, Article number: 23 (2018)
Maternal urinary levels of glyphosate during pregnancy and anogenital distance in newborns in a US multicenter pregnancy cohort. 2021 Mar 22;280:117002. doi: 10.1016/j.envpol.2021.117002.
Glifosato, le nostre analisi confermano il rischio: “14 donne incinte su 14 positive all’erbicida”
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