La dieta mediterranea nel 2010, è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio dell’umanità, per i suoi accertati benefici per la salute. Gran parte di questi benefici derivano dall’alto consumo di frutta, verdura, cereali, legumi e anche per la presenza di un altro alimento che la caratterizza, l’olio extravergine di oliva. Ricco di polifenoli, l’olio di extravergine di oliva, contiene anche una sostanza particolare l’oleuropeina, che ha un effetto antinfiammatorio importante tanto da essere stata paragonata ad un noto farmaco, l’ibuprofene. L’olio extravergine di oliva, tra i tanti benefici effetti ha una azione sul colesterolo riducendone i livelli, di LDL, prevenendone la formazione di placche aterosclerotiche, esercitando una azione anti-aterogena.
Verrebbe spontaneo suggerire di utilizzare possibilmente più olio extravergine di oliva anche a discapito di grassi saturi. Cosa è accaduto invece nei prodotti della grande industria, in termini grassi alimentari? Provate a leggere le etichette di biscotti, fette biscottate crackers, paste frolle, merendine, insomma di tutti i prodotti da forno e anche non, come risotti pronti, troverete sempre la scritta “grassi vegetali”. Ma cosa sono questi grassi vegetali presenti in quasi tutte le etichette dei prodotti da forno industriali? Generalmente si tratta di olio di palma, meno frequentemente di olio di cocco, o olio di palmisti. L’olio di palma, molto diffuso, ha ormai soppiantato il nostro beneamato olio extravergine d’oliva anche nei prodotti alimentari di note aziende italiane, e anche in alcune che producono alimenti biologici, per due motivi, il primo perché ha un basso costo, essendo anche di bassa qualità, il secondo perché pur essendo un olio, a temperatura ambiente solidifica e si presta bene per le lavorazioni di alimenti industriali. I vantaggi per l’industria, però si traducono però in aumento del rischio per la nostra salute.
E’ quanto emerge da uno studio del dal Dr. Chen e co-autori pubblicato su Globalization and Health (2011, 7:45), i quali riferiscono che, l’utilizzo dell’olio di palma nei paesi industrializzati, aumentato del 40% negli ultimi anni dal 1999 al 2007, è associato ad un aumento di morti per patologie ischemiche in soggetti di età da 50 anni e oltre. Lo studio conclude dicendo che, l’eliminazione dell’olio di palma dalla dieta, dovrebbe essere parte di un programma di prevenzione per malattie cardiovascolari. Gli stessi rapporti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, indicano che nell’olio di palma abbonda in particolare acido palmitico a cui diversi studi, attribuiscono un effetto aterogeno ed ipercolesterolemizzante, che incide negativamente sul rischio cardiovascolare. Un altro aspetto da considerare per sconsigliare l’uso di prodotti con grassi vegetali senza alcun dubbio, è ciò che denuncia Greenpeace, accusando i produttori di olio di palma tra i principali responsabili del taglio a raso della foresta pluviale del Borneo, l’incendio e degrado delle ultime torbiere indonesiane e la cattura ed uccisione degli ultimi oranghi del Borneo e di Sumatra, con gravi alterazioni dell’ecosistema nelle zone delle piantagioni.
Ma quanti grammi di saturi dovremmo consumare al giorno e come orientarci al supermercato? Proprio per il loro impatto negativo sulla salute , i grassi saturi non dovrebbero superare la quota del 10% delle calorie giornaliere; considerando che le comuni fonti alimentari di questi grassi sono carni rosse, salumi e latticini. In aggiunta ora abbiamo quella quota di saturi che ci viene da fette biscottate, biscotti, pani confezionati, crackers prodotti da tutte le più note aziende, e scendendo come fascia di età troviamo i grassi vegetali anche nei prodotti per la prima infanzia. Esistono delle alternative ai biscotti, ad esempio l’ Alce Nero è un’ azienda di prodotti biologici, che produce da sempre biscotti con olio extravergine di oliva di produttori italiani ed ora è presente anche nella grande distribuzione. Non esiste alternativa al supermercato, almeno per ora, invece per fette biscottate, che invece possono trovarsi solo in negozi biologici, la ditta “Ecor” ad esempio utilizza olio di oliva, mentre “La Finestra sul cielo” utilizza olio di girasole. Un ultimo suggerimento per la difesa della nostra salute: leggere sempre attentamente le etichette e quando qualcosa non è chiaro lasciate il prodotto sullo scaffale del supermercato
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