L’etichetta di oggi è quella di Enervit Protein. 18 ingredienti per 25 g di prodotto: troppi a mio giudizio. Sebbene il nome della barretta alluda ad un alimento ricco di proteine, il primo ingrediente che troviamo in etichetta e quindi quello quantitativamente più presente è lo sciroppo di fruttosio. Il fruttosio ricompare come settimo ingrediente e come nono sotto forma di oligofruttosio.. Le proteine sono il secondo ingrediente (isolate dalla soia con aggiunta di amido di tapioca-carboidrato ad alto indice glicemico- e aggiunta di sale): 7,2 g su 25 g ossia un terzo del peso di una barretta, mentre i carboidrati totali sono 10g ( più delle proteine) di cui 9,2 sono zuccheri semplici, principalmente sciroppo di fruttosio (non sarebbe stato più adatto chiamare il prodotto Enervit Sugar?) Scorrendo l’etichetta troviamo “il grasso di palma” non idrogenato e “gli aromi” che sicuramente sono additivi artificiali non specificati, visto che se fossero stati naturali sarebbe stato indicato chiaramente. Cosa non va in questo prodotto? Innanzitutto il fruttosio, è un intermedio del metabolismo del glucosio, ma di cui l’organismo non ha necessità: a differenza del glucosio, non può essere “depositato” come glicogeno (la riserva organica di glucosio, innocuo per il fegato) Assorbito dall’intestino, viene metabolizzato interamente dal fegato, per il quale in grandi quantità, è tossico come l’alcool. Oggi è impiegato per dolcificare bibite, succhi di frutta, merendine, dolci, sciroppi, ed è presente in moltissimi prodotti alimentari industriali, per 2 motivi principali: costa poco e ha un potere dolcificante superiore al glucosio e saccarosio, al punto da creare una dipendenza. Da quando è stato introdotto negli Stati Uniti, si è registrato un incremento di casi di obesità e molti sono gli studi che correlano l’eccesso di fruttosio nella dieta con l’insorgenza della sindrome metabolica (obesità e patologie associate). Introdotto inizialmente nel mercato come sostituto del saccarosio per i diabetici, perchè non causava iperglicemia, se in eccesso, provoca un aumento dei livelli ematici di trigliceridi che a loro volta sono causa di una riduzione della sensibilità insulinica con conseguente resistenza, che induce quindi il pancreas a secernere più insulina aumentando il rischio di diabete di tipo 2. Le conseguenze di un eccessivo e spesso inconsapevole consumo gironaliero di questo zucchero- a causa della sua onnipresenza nei prodotti industriali- sono principalmente:
- aumento della resistenza insulinica-predisposizione al diabete al deposito di acidi grassi nei muscoli
- neosintesi lipidica (DNL) con produzione di colesterolo “cattivo”( LDL), abbassamento del colesterolo buono (HDL) con conseguente dislipidemia.
- aumento del deposito di grasso intra-addominale e steatosi epatica non alcolica (fegato grasso, presente in chi eccede con l’alcool, osservabile anche in bambini che eccedono di merendine e succhi zuccherati.
- aumento della pressione arteriosa (ipertensione)
- diminuzione del senso di fame/aumento del consumo di alimenti calorici, che conduce ad aumento di peso non sopprimendo la grelina (un ormone gastrico che stimola l’appetito) e impedendo alla leptina-(un ormone prodotto dal tessuto adiposo che segnala al cervello di ridurre l’appetito quando si è accumulato troppo grasso)- di funzionare correttamente
- aumento di acido urico (uricemia) che può portare allo sviluppo di gotta e ipertensione
- predisposizione ad aterosclerosi, malattie cardiache e, più in generale, alla sindrome metabolica.
- attivazione dell’enzima JUNK1, una chinasi, che è un enzima infiammatorio. (infiammazione epatica, epatite steatosica)
- glicazione delle proteine più del saccarosio: un processo che accelera l’invecchiamento dei tessuti. Dato che la glicazione si manifesta in misura elevata in presenza di diabete, questa sembrerebbe una buona ragione per scoraggiarne il consumo in caso si soffra di questa malattia.
- riduzione dell’assorbimento del calcio e della vitamina D in persone con disfunzioni renali
Al fruttosio si aggiunge il grasso di palma (olio di palma) che sebbene sia specificato essere non idrogenato, non è affatto salutare: alcuni studi correlano l’uso di questo grasso ad ipercolesterolemia e insulino-resistenza. Sugli aromi possiamo dire che sicuramente sono additivi artificiali visto che non è specificato “naturali”. Morale? Un mix pieno di zuccheri e di grassi non ideali al mantenimento del peso nonostante la presenza delle proteine, inulina che avrebbero lo scopo di tenere l’indice glicemico basso, ma forse per un basso IG, basterebbe diminuire gli zuccheri.
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