Sono molte le iniziative e azioni intraprese in questi anni mirate ad un solo e unico scopo: quello di sensibilizzare i decisori politici a ridurre l’inquinamento da pesticidi che ormai è talmente diffuso da creare preoccupazione per la salute. Che i pesticidi sono presenti in tutta la catena alimentare è cosa ormai nota, e con vari monitoraggi urinari, si è dimostrato che attraverso il cibo noi li ingeriamo. Un nuovo test, ci dà qualche indicazione in più, su quanto siano diffusi nei nostri corpi, in questo caso i capelli e su come le esposizioni ai contaminanti possono avvenire per molteplici vie.
Lo studio in questione è stato presentato dal Gruppo dei Verdi all’Europarlamento, e ha fatto analizzare 148 campioni di capelli prelevati da cittadini appartenenti a 6 paesi europei (Germania, Danimarca, Galles, Italia, Francia e Belgio, e sono stati testati 30 diversi pesticidi, tra funghicidi, insetticidi e erbicidi. I risultati hanno mostrato che 15 pesticidi dei 30 cercati sono stati trovati in almeno un campione e il 60% dei campioni contenevano almeno un pesticida. Il Fipronil (insetticida), Propiconazolo (fungicida), la Permetrina (insetticida) e il clorpirifos etile), erano presenti nel 10%dei campioni. La percentuale più alta di campione con residui di antiparassitari (84,6% di 13 persone) è stata trovata in Galles (Regno Unito) e la più bassa in Germania (44% su un campione di 34 persone). In Italia è stata trovata la presenza di residui in oltre il 66% dei 24 campioni analizzati, e nella fascia di età tra 10 e 20 anni, i pesticidi erano presenti nel 75,7 % dei campioni. I bambini e gli adolescenti (10-20 anni) sono i più esposti (73,7% di questa fascia di età).
Dato sconcertante è che tutti i pesticidi rilevati sono interferenti endocrini o sospetti tali, secondo le classificazioni UE, USA EPA, ossia sostanze che non rispondono allo schema di dosaggio lineare, applicabile per le sostanze tossiche convenzionali, ma la cui tossicità si esplica anche a concentrazioni molto basse e pertanto non hanno soglie di sicurezza, motivo per cui né LMR (livelli massimi residuali negli alimenti) né ADI, NOAEL possono garantire da effetti tossici a lungo termine ( tossicità cronica a basse dosi). Gli interferenti endocrini, sono particolarmente preoccupanti, se pensiamo a fasce di popolazione particolarmente sensibili come le donne in gravidanza, e i feti, in cui l’esposizione a queste sostanze può creare perturbazioni metaboliche importanti. Questo è il dato più preoccupante a mio avviso, che in Europa non esista una legislazione solida che possa veramente fornire risposte ai rischi specifici per la salute
Il clorpirifos, è un pesticida molto tossico per il sistema nervoso, presente nella gran parte dei monitoraggi (urinari e nelle matrici alimentari) molto utilizzato nella frutticoltura, e non solo. Uno studio francese su donne 14,099 donne in gravidanza ha trovato che il clorpirifos era la sostanza maggiormente trovata nelle urine e la frutta era il maggior alimento a contribuire all’esposizione. Il clorpirifos è anche la sostanza trovata nella popolazione esposta per motivi residenziali in val di non, terra di meleti. L’esposizione a questo organofosforico, è stata associata sia a disturbi dello spettro autistico, che a tumori e proprio in questi giorni è stato pubblicato un lavoro scientifico in cui si sottolinea come sia importante attuare politiche per ridurre l’esposizione agli organofosfati, ai quali siamo tutti esposti, e di come il dato preoccupante sia proprio nei bambini in cui l’esposizione prenatale a livelli bassi aumenta il rischio di deficit cognitivi e comportamentali e di disturbi del neurosviluppo. (Organophosphate exposures during pregnancy and child neurodevelopment: Recommendations for essential policy reforms, https://doi.org/10.1371/journal.pmed.1002671)
L’altro aspetto importante è che siamo esposti non solo con il cibo In Francia, e in Italia ad esempio il fipronil, è vietato come pesticida, (sebbene lo scandalo delle uova al fipronil ha travolto recentemente quasi tutta Europa) e rimane autorizzato, in particolare, per i trattamenti e i collari di controllo delle pulci e delle zecche per i nostri animali domestici, cani e gatti (il più noto è il Frontiline). Non è quindi sorprendente trovarli spesso nei capelli.
La permetrina utilizzata in Italia viene anche utilizzata come insetticida nei polli negli allevamenti intensivi, ma anche nei trattamenti anti-tarlo del legno, pertanto le fonti di esposizione sono molteplici. La contaminazione del nostro ambiente va quindi oltre la semplice struttura del nostro piatto. Questa contaminazione globale dimostra che ci sono ancora troppe lacune nei nostri regolamenti. Peggio ancora, l’incoerenza dei regolamenti (la stessa sostanza può essere vietata dalla legislazione sui pesticidi, ma permessa dalla legislazione sui biocidi) non protegge i cittadini. È necessaria una revisione completa della legislazione e un divieto totale delle sostanze che alterano il sistema endocrino
Che fare? Recentemente è stato dimostrato come il consumo dei prodotti biologici sia protettivo verso il rischio di ammalarsi di tumore https://www.renataalleva.it/mangiare-biologico-protegge-dal-tumori-al-seno-e-linfomi-lo-afferma-uno-nuovo-studio-pubblicato-su-jama/) pertanto la comunità tutta, a dalle politiche agricole, ai consumatori, ai produttori dovrebbe orientarsi verso questo tipo di agricoltura che tuteli sia l’ambiente che la salute umana
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