Ancora glifosato nei cereali che vengono spesso utilizzati a colazione da adulti e bambini. E’ quanto stato rilevato in questo secondo test sui cereali da colazione e granole tipo crunchy, dall’EWG (Environmental Working Group), che fa seguito ad un primo monitoraggio già effettuato ad agosto su 45 cereali. Il nuovo test effettuato su 28 prodotti destinati alla prima colazione, a base di avena, e cereali, ha rilevato che 26 contenevano il glifosato a livelli superiori a quelli che l’EWG considera protettivi, per la salute dei bambini, con un margine di sicurezza sufficiente. La concentrazione di glifosato più elevata trovata è stata di 2,837 ppb (parti per bilione) nei cereali della Quaker Oatmeal Squares: questo valore è di circa 18 volte più elevato rispetto ai limiti di residuali proposto dall’EWG per cautelare dei bambini. In particolare, le preoccupazioni riguardano soprattutto l’esposizione a lungo termine. Sia gli adulti che i bambini mangiano cereali, snack bar e fiocchi d’avena a base di avena o frumento ogni giorno, e nel tempo queste esposizioni si sommano. Da questo test emerge che l’esposizione giornaliera con il consumo di 60 g di cereali contenenti 160 ppb di glifosato, fa superare i limiti di sicurezza per la salute. Il paradosso è che nei Chereeos il glifosato è presente in quantità maggiori della vitamina D e della vitamina B12 che vengono aggiunte ai cereali per un miglior profilo nutrizionale del prodotto, mentre nei prodotti di avena Quacker il pesticida supera le concentrazioni di vitamina A. Questo ultimo test conferma come in realtà la contaminazione da glifosato della catena alimentare non sia cosi sotto controllo, e sia abbastanza facile, superare le soglie di sicurezza, che in realtà non sono davvero tutelanti come si possa pensare. Infatti il glifosato, è stato definito un probabile cancerogeno dalla IARC nel 2017, ma esitono anche sono alcune evidenze, da recenti studi su modello animale, che possa essere un interferente endocrino, ossia è una sostanza che può agire anche a piccole dosi ed ha come target tutti gli organi, in quanto va a sostituirsi agli ormoni presenti nel corpo, creando interferenze metaboliche che possono tradursi, in patologie quali diabete, obesità, tumori, disfunzioni tiroidee, disfunzioni dell’apparato riproduttore, tra cui ovaio policistico e infertilità. Il parlamento Europeo nel 2013 decretò che le sostanze che sono interferenti endocrine non hanno soglie di sicurezza, perché la loro tossicità non risponde a principi di linearità dose/concentrazione, pertanto l’unica sicurezza è vietarne l’uso, come imporrebbe il principio di precauzione.
In Italia c’è esposizione? Sicuramente anche in Italia c’è una contaminazione diffusa da glifosato, come attestato dall’ultimo Report ISPRA 2018, che lo trova tra i maggiori contaminanti insieme all’AMPA,suo metabolita, delle acque superficiali italiane, testimoniando che l’erbicida è molto usato nella nostra agricoltura convenzionale, mentre nel biologico è vietato. Pochi sono i dati invece, sui residui negli alimenti presenti nei nostri scaffali, prevalentemente su pasta e farine (test di granosalus e il salvagente). Qualche dato importante, sebbene non pubblicato, si è invece ottenuto dal monitoraggio urinario di donne in gravidanza, residenti a Roma, in cui su 14 donne che hanno effettuato l’analisi tutte avevano glifosato nelle urine, a testimonianza che anche per noi l’esposizione attraverso gli alimenti c’è (https://www.renataalleva.it/glifosato-in-italia-14-gestanti-lo-hanno-nelle-urine-ecco-come-dalla-catena-alimentare-finisce-nei-nostri-corpi/) Cosa preoccupante è che l’esposizione inizia, in età fetale, dove tutto ciò che la gestante mangia, raggiunge il feto attraverso la placenta, dove gli effetti tossici dei pesticidi possono indurre gravi danni alla salute del nascituro, che è un organismo vulnerabile proprio perché in formazione-
Perché i livelli massimi residuali non sono tutelanti? Innanzitutto i livelli massimi residuali consentiti per legge, non sono uguali per tutti gli alimenti, e ce ne sono alcuni come l’avena, l’orzo, i semi di girasole e di soia che hanno quantità consentite di 200 volte superiori a quelle consentite nei frutti ad esempio dove abbiamo un limite di 0,1. L’ADI, che invece è la quantità ammissibile giornaliera, basata su tossicità acuta e non esposizione cronica i cui effetti si hanno a lunga scadenza, fissa il limite a 0,5 mg/kg di peso corporeo (Reg. (EU) 2017/2324). Facendo semplici calcoli si capisce come questo limite in un bambino che pesa 15 kg possa essere superato molto più facilmente che da un adulto, tenendo conto che i bambini introducono una maggiore quantità di cibo per volume corporeo. Senza contare poi Introduciamo una gran varietà di alimenti in cui il glifosato può essere presente (dalla carne, al latte, ai legumi, ai cereali).
Cosa consigliare per ridurre esposizione? Innanzitutto, diversificare l’alimentazione e anche la colazione: da tempo è passato che cereali e crunchy nel latte fossero la colazione ideale e più salutare anche per i bambini, mentre in realtà a partire dalla quantità di zuccheri presenti in realtà oggi sappiamo che non è cosi. Variare molto i pasti scegliendo materie prime di qualità e tornare a dedicare un po’ di tempo in cucina. Scegliere il biologico: è una azione che salvaguarda l’ambiente e conseguentemente anche la nostra salute: nelle produzioni biologiche, è vietato l’uso di tutti pesticidi di sintesi, hanno un miglior profilo nutrizionale e stando ad un ultimo studio pubblicato, il consumo frequente sembra essere protettivo verso alcuni tipi di tumore, (https://www.renataalleva.it/mangiare-biologico-protegge-dal-tumori-al-seno-e-linfomi-lo-afferma-uno-nuovo-studio-pubblicato-su-jama/). Da questo studio emerge una considerazione che dovrebbe diventare la base su cui lavorare in futuro se vogliamo attuare strategie di prevenzione per la salute: quando diamo indicazioni su una dieta salutare non possiamo più prescindere dalla modalità produttiva, (allevamenti intensivi e coltivazioni con pesticidi) e dall’impatto che hanno sull’ambiente e ridurre drasticamente i contaminanti che oggi introduciamo con la dieta oggi
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