Chi si occupa di ambiente, di risorse del pianeta e fame nel mondo sa perfettamente che un’agricoltura senza pesticidi oggi non è più solo una scelta, ma è l’unica soluzione percorribile. Non si può più coltivare in modo convenzionale, producendo cibo senza prenderci cura di suolo, acqua e biodiversità, che stanno scomparendo in modo drastico da quando l’uso di pesticidi è aumentato in modo incontrollato, con ripercussioni gravissime su tutto l’ecosistema. Eppure uno dei cavalli di battaglia dei sostenitori della agricoltura “chimica” è che la resa produzione della agricoltura biologica è troppo inferiore comparata alla convenzionale e non sufficiente a sfamare il mondo. A sfatare questo luogo comune è uno studio recentemente pubblicato su Proceedings of the Royal Society B” (Diversification practices reduce organic to conventional yield gap. 282: 2014) nel quale è stata effettuata meta-analisi di 115 studi già pubblicati,che avevano confrontato l’ agricoltura biologica con quella convenzionale. Dallo studio risulta infatti che lo svantaggio produttivo delle coltivazioni che non usano concimi e pesticidi rispetto a quelle di tipo convenzionale, è più basso di quanto stimato in passato, rendendo il 19,2 per cento in meno di quelle convenzionali,e che l’attenta gestione di opportune pratiche agricole potrebbe ridurlo ancora di più. A questo proposito, gli autori dello studio suggeriscono che la policoltura, (la coesistenza diverse coltivazioni in una stessa area nella stessa stagione), e la rotazione delle colture – consentono di ridurre ulteriormente il divario di rendimento portandolo ad appena l’8-9%, e per alcuni tipi di coltivazione, come le leguminose la differenza è pressoché insignificante. Pertanto, adeguati investimenti nella ricerca agro-ecologica per migliorare la gestione organica e per selezionare varietà, o cultivar, più adatte ai sistemi di agricoltura biologica, potrebbero ridurre il divario di rendimento o addirittura eliminarlo per alcune colture o regioni. L’agricoltura biologica è la strada da percorrere non soltanto in considerazione dell’impatto ambientale e salute dell’uomo, ma anche quando parliamo di costante aumento del fabbisogno alimentare mondiale, se consideriamo che la capacità dei fertilizzanti sintetici di aumentare la resa delle colture è in drastico calo. È importante inoltre ricordare che per eliminare la fame nel mondo è necessario aumentare l’accesso al cibo, non solo la produzione. Aumentare la percentuale di agricoltura che usa metodi biologici e sostenibili di coltivazione non è una scelta quindi, ma una necessità: non potremo più continuare a lungo a produrre cibo senza prenderci cura di suolo, acqua e biodiversità. L’uso di alcuni pesticidi come i neonicotinoidi, stanno sterminando le api, importanti non solo per la produzione di miele, alimento e nutraceutico fondamentale della nostra dieta, ma anche per l’impollinazione di varie piante che producono frutta e verdura. E se muoiono le api a noi non va meglio: sempre più crescenti sono le evidenze che alcune patologie in aumento come tumori nel bambino e nell’adulto, autismo e patologie neuro-degenerative come il Parkinson, possano essere determinate dall’esposizione, a pesticidi, a partire dall’età fetale, quando siamo nella pancia della mamma, come dimostrato da diversi studi (https://www.renataalleva.it/autismo-nei-bambini-65-di-rischio-in-piu-nelle-mamme-esposte-ai-pesticidi-durante-la-gravidanza/). Cosa possiamo fare come consumatori? Scegliere sempre di più prodotti biologici, essere partecipi e sostenere campagne per la riduzione ed eliminazione di pesticidi sistemici altamente tossici, pretendere controlli sempre più attenti sui prodotti certificati per avere la garanzia di un prodotto più sano, senza residui e con valore nutraceutico maggiore come dimostrato da vari studi scientifici (https://www.renataalleva.it/alimenti-bio-sono-piu-ricchi-di-antiossidanti-e-contengono-meno-cadmio-lo-afferma-un-nuovo-studio-condotto-dalluniversita-di-newcastle/)
Agricoltura senza pesticidi e concimi: nuovo studio afferma che con buone pratiche agricole la resa è simile ad agricoltura convenzionale

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